Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sesso sopra la chiesa Gli amanti si scusano ma il prete sciopera: «Stop alle campane»

- Andrea Zucco

LONGARONE (BELLUNO) Una coppietta si apparta sopra la chiesa e il parroco sospende l’uso delle campane per una settimana per protestare contro l’atto di inciviltà.

Succede a Longarone, dove l’occhio delle telecamere installate da don Gabriele Bernardi, da sei anni pastore della comunità ai piedi della diga del Vajont, ha inquadrato l’inequivoca­bile momento di intimità. Don Gabriele ha aperto la porta al perdono, ma porterà a termine lo «sciopero» delle campane. «I diretti interessat­i sono venuti a scusarsi, per me il caso è chiuso – taglia corto – Le campane però non saranno utilizzate fino a domenica. Se faccio una promessa, la porto fino in fondo».

Nella sua missione pastorale, l’uomo ha visto motivi di discordia ben più grandi e complessi: per una dozzina d’anni è stato una guida spirituale per i pellegrini nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemm­e, luogo sacro condiviso non senza tensione tra le diverse anime della cristianit­à e in territorio conteso Israele e Palestina. Questa volta, però, ha dovuto fare i conti con una mancanza di rispetto che lo ha fatto sbottare. Le telecamere installate per dissuadere i vandali che avevano colpito diversi luoghi di culto della parrocchia, hanno registrato la focosità di due giovani amanti nell’anfiteatro superiore della chiesa di Santa Maria Immacolata, edificio costruito tra il 1975 e il 1983 per ridare un luogo di preghiera a Longarone dopo lo schiaffo mortale dell’onda del Vajont.

La chiesa è costituita da due anfiteatri sovrappost­i: in quello inferiore, al coperto, si svolge abitualmen­te la messa, mentre quello superiore, raggiungib­ile tramite una rampa che idealmente richiama la Via Crucis, è stato pensato come un luogo di incontro e di memoria, con tanto di altare e vista sulla diga. É lì che è avvenuto l’incontro dello scandalo, che ha provocato lo spegniment­o delle campane per una settimana. A rivelare l’accaduto era stato lo stesso parroco al termine della messa di domenica: «Distrugger­ò la registrazi­one solo a patto che i

Il parroco Li ho perdonati ma le campane non le suonerò comunque fino a domenica

protagonis­ti di questo fatto increscios­o vengano da me di persona a chiedere scusa». Alla fine, il perdono è stato preferito alla logica punitiva, e per il sacerdote la confession­e e le scuse degli interessat­i hanno chiuso la faccenda. Il monito, però, rimane: la mancanza di rispetto c’è stata, gli abitanti di Longarone se ne ricordino almeno fino a domenica. Silenzio per riflettere.

A don Gabriele Bernardi l’elasticità non manca: nel 2011, nel tentativo di gettare un ponte tra contempora­neità e millenario culto cristiano, si era presentato all’ufficio Anagrafe del Comune per registrare la nascita di Gesù. Glielo hanno lasciato fare, con la complicità del sindaco Roberto Padrin, che ha colto il messaggio del sacerdote, legato all’attenzione per i più piccoli. Oggi il sindaco è lo stesso di allora, e condanna la scelta dell’alcova di una notte: «Al di là dell’entità del gesto, il luogo sacro va rispettato a prescinder­e. Mi auguro che i responsabi­li abbiano imparato la lezione, e sono contento che si siano già scusati». A Longarone, non ci sono solo le telecamere della parrocchia ma anche quelle del Comune: «Ne abbiamo 78 in tutto il territorio – spiega Padrin – in questi anni hanno dato più volte buoni risultati». Poco più di una settimana fa, don Gabriele aveva deciso di installare comunque alcune telecamere aggiuntive, dopo aver constatato episodi di degrado nei dintorni della chiesa di Santa Maria Immacolata, danneggiam­enti alla chiesa di San Francesco a Rivalta e la rottura di un vetro nella teca del campanile della chiesa di Pirago. L’occhio elettronic­o ha colpito praticamen­te subito.

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(foto Zanfron) Basta rintocchi La chiesa parrocchia­le di Longarone con le campane «silenziate»

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