Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Sesso sopra la chiesa Gli amanti si scusano ma il prete sciopera: «Stop alle campane»
LONGARONE (BELLUNO) Una coppietta si apparta sopra la chiesa e il parroco sospende l’uso delle campane per una settimana per protestare contro l’atto di inciviltà.
Succede a Longarone, dove l’occhio delle telecamere installate da don Gabriele Bernardi, da sei anni pastore della comunità ai piedi della diga del Vajont, ha inquadrato l’inequivocabile momento di intimità. Don Gabriele ha aperto la porta al perdono, ma porterà a termine lo «sciopero» delle campane. «I diretti interessati sono venuti a scusarsi, per me il caso è chiuso – taglia corto – Le campane però non saranno utilizzate fino a domenica. Se faccio una promessa, la porto fino in fondo».
Nella sua missione pastorale, l’uomo ha visto motivi di discordia ben più grandi e complessi: per una dozzina d’anni è stato una guida spirituale per i pellegrini nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, luogo sacro condiviso non senza tensione tra le diverse anime della cristianità e in territorio conteso Israele e Palestina. Questa volta, però, ha dovuto fare i conti con una mancanza di rispetto che lo ha fatto sbottare. Le telecamere installate per dissuadere i vandali che avevano colpito diversi luoghi di culto della parrocchia, hanno registrato la focosità di due giovani amanti nell’anfiteatro superiore della chiesa di Santa Maria Immacolata, edificio costruito tra il 1975 e il 1983 per ridare un luogo di preghiera a Longarone dopo lo schiaffo mortale dell’onda del Vajont.
La chiesa è costituita da due anfiteatri sovrapposti: in quello inferiore, al coperto, si svolge abitualmente la messa, mentre quello superiore, raggiungibile tramite una rampa che idealmente richiama la Via Crucis, è stato pensato come un luogo di incontro e di memoria, con tanto di altare e vista sulla diga. É lì che è avvenuto l’incontro dello scandalo, che ha provocato lo spegnimento delle campane per una settimana. A rivelare l’accaduto era stato lo stesso parroco al termine della messa di domenica: «Distruggerò la registrazione solo a patto che i
Il parroco Li ho perdonati ma le campane non le suonerò comunque fino a domenica
protagonisti di questo fatto increscioso vengano da me di persona a chiedere scusa». Alla fine, il perdono è stato preferito alla logica punitiva, e per il sacerdote la confessione e le scuse degli interessati hanno chiuso la faccenda. Il monito, però, rimane: la mancanza di rispetto c’è stata, gli abitanti di Longarone se ne ricordino almeno fino a domenica. Silenzio per riflettere.
A don Gabriele Bernardi l’elasticità non manca: nel 2011, nel tentativo di gettare un ponte tra contemporaneità e millenario culto cristiano, si era presentato all’ufficio Anagrafe del Comune per registrare la nascita di Gesù. Glielo hanno lasciato fare, con la complicità del sindaco Roberto Padrin, che ha colto il messaggio del sacerdote, legato all’attenzione per i più piccoli. Oggi il sindaco è lo stesso di allora, e condanna la scelta dell’alcova di una notte: «Al di là dell’entità del gesto, il luogo sacro va rispettato a prescindere. Mi auguro che i responsabili abbiano imparato la lezione, e sono contento che si siano già scusati». A Longarone, non ci sono solo le telecamere della parrocchia ma anche quelle del Comune: «Ne abbiamo 78 in tutto il territorio – spiega Padrin – in questi anni hanno dato più volte buoni risultati». Poco più di una settimana fa, don Gabriele aveva deciso di installare comunque alcune telecamere aggiuntive, dopo aver constatato episodi di degrado nei dintorni della chiesa di Santa Maria Immacolata, danneggiamenti alla chiesa di San Francesco a Rivalta e la rottura di un vetro nella teca del campanile della chiesa di Pirago. L’occhio elettronico ha colpito praticamente subito.