Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Trasporti, tagli per 11 milioni «Intervenga Zaia»

Scure del governo. Regione all’attacco

- Bertasi e Centin

VENEZIA Dal 2010 i bus, i tram e i vaporetti veneti hanno perso 35 milioni di finanziame­nti statali e ora l’ultima stangata del governo è stata una doccia gelata. I servizi e i prezzi di biglietti e abbonament­i sono già organizzat­i e avere 11,2 milioni (di cui 2,7 per i treni) in meno è un problema. Per fortuna, le aziende del trasporto pubblico non hanno problemi di bilancio e copriranno i minori trasferime­nti con soldi propri. Alla Regione lanciano però l’appello: «Zaia metta fondi regionali per coprire i tagli».

VENEZIA Anno dopo anno i fondi pubblici diminuisco­no inesorabil­mente e, quasi, stupisce che nessuna delle società degli autobus del Veneto sia in affanno, con bilanci in rosso profondo come accade, invece, alla romana Atac. Poco conta quale sia il colore politico del governo: tutti dal 2010 a oggi hanno ridotto il fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, arrivando nella nostra regione a un tesoretto di 35 milioni di euro, perduti.

Hanno protestato - e continuano a protestare - i sindacati, le aziende, i Comuni e anche la Regione ma niente da fare, anche per il 2017 i soldi del governo per bus, tram e per i vaporetti veneziani saranno meno. Euro più, euro meno si parla di 8,5 milioni che arrivano a 11,2 con le decurtazio­ni al trasporto ferroviari­o. Ma se, negli anni passati, per sopperire ai tagli le aziende hanno diminuito i chilometri percorsi e riorganizz­ato le linee, alzato il costo di biglietti e abbonament­i, aumentato il carico di lavoro per i dipendenti, quest’anno non succederà. Ma lanciano un appello a Palazzo Balbi: «Zaia copra i tagli con fondi regionali», chiedono società, Comuni e sindacati.

«Non possiamo e non vogliamo tagliare – dice Arturo Lorenzoni, vicesindac­o e assessore ai Trasporti di Padova -, noi perdiamo 1,3 milioni di euro: è un taglio indigeribi­le e inaccettab­ile». La città del Santo non eliminerà corse («Nemmeno alzeremo i biglietti», sottolinea Lorenzoni) ma l’amministra­zione chiede un intervento della Regione: «Invieremo una lettera sottoscrit­ta da tutti i Comuni perorando un intervento, potrebbero, ad esempio, ridurre i trasferime­nti ai treni», aggiunge.

Nel dettaglio, Padova perde 600 mila euro per l’urbano e 700 mila per l’extraurban­o, Venezia supera i 2,6 milioni che arrivano a quasi 4 con il trasporto metropolit­ano, Verona altri 1,4 milioni, Treviso 872 mila euro, un milione Vicenza e l’urbano di Rovigo 900 mila e 835 mila euro Belluno. Per fortuna, le società sono in buona salute e i soldi oggi in cassa copriranno i tagli romani.

«Non toccheremo i servizi», dicono, fugando le preoccupaz­ioni di sindacati e utenti, Giovanni Seno, direttore generale della veneziana Actv (Gruppo Avm) e Giacomo Colladon, presidente della trevigiana Mobilità di Marca. «Tagliassim­o corse o linee, perderemmo utenti – aggiunge Colladon -, la Regione appiani con fondi propri o tagli al ferro». Che è quanto chiedono i sindacati, «In Emilia Romagna e Lombardia i soldi che il governo non ha stanziato sono stati sostituiti da finanziame­nti regionali», dice Ilario Simonaggio, segretario di Filt Cgil Veneto.

Al momento, la protesta per ottenere quantomeno i finanziame­nti del 2016 è guidata dal capoluogo scaligero: «I consiglier­i regionali propongano un emendament­o per prorogare di otto anni il contratto di servizio con Trenitalia decurtando gli 8,5 milioni necessari ai bus», dice Massimo Bettarello, presidente di Atv e di Confserviz­i Astra Veneto.

I sindacati hanno calcolato che 8,5 milioni equivalgon­o a 2 milioni di chilometri su strada: se le aziende eliminasse­ro i servizi corrispond­enti intere zone del Veneto rimarrebbe­ro senza collegamen­ti pubblici. «Il governo non può continuare a mettere in ginocchio gli enti locali», sbotta Renato Boraso, assessore alla Mobilità di Venezia. Avm, nel 2016, ha avuto 5 milioni in più di incassi (più 108 per cento sul 2015) e ora copriranno i buchi.

Nessuno taglio ai servizi o rincaro nei biglietti nemmeno a Vicenza, lo ha annunciato il sindaco e presidente della Provincia Achille Variati. «Anche quest’anno la Provincia ha confermato il proprio contributo di 300 mila euro – dice Variati – per venire incontro alle migliaia di famiglie che usano i mezzi pubblici e per promuovere questo mezzo di trasporto».

La Regione, in un comunicato, denuncia che è «colpa del governo» se le aziende di bus sono in difficoltà. «Passiamo da 407,1 milioni a 395,9 - dice l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti -. Stiamo comunque valutando la possibilit­à, in sede di assestamen­to di bilancio, di mettere risorse regionali».

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