Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Azioni AerTre, il sindaco a Pozza: «Prendile pure, tanto decide Save»

La stoccata di Manildo: «Sull’aeroporto vogliamo investimen­ti e più rispetto»

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Ben volentieri il Comune di Treviso cederà alla Camera di Commercio le proprie quote di AerTre, la società che gestisce l’aeroporto Canova, lungo la Noalese. «Per noi recedere o cedere a un altro socio cambia poco, tanto decide tutto Save. Quello che ci preme è rimanere nella nostra funzione di valutazion­e dell’interesse sociale. Noi portiamo gli interessi dei cittadini, del territorio, di diritti costituzio­nali e non solo economici».

Il sindaco Giovanni Manildo è molto diretto nel rispondere al presidente della Cciaa Mario Pozza, che ha annunciato la volontà di acquisire il 2,6% di Treviso per crescere in Cda al 7,5%. Ma mentre l’ente camerale vuole esserci, Ca’ Sugana si sfila: «Per noi - spiega - valevano sia la Legge Madia che bilanci sempre in passivo della società. Il Consiglio Comunale ha deliberato la cessione come atto necessario e la stessa valutazion­e vale anche oggi, c’era poca possibilit­à di incidere nella governance, è inutile negarcelo». In poche parole, un acquirente vale l’altro: il prezzo è di circa 370 mila euro.

L’altro tema posto da Pozza è il continuo scontro fra Save, con il suo masterplan milionario sul Canova, e i Comuni che mettono freni e paletti col rischio che, per dirla con i timori di Pozza, anche il Canova venga «scippato» dai vicini friulani. Proprio due giorni fa Debora Serracchia­ni, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha iniziato a cercare un partner industrial­e per rafforzare lo scalo di Ronchi ai Legionari.

Manildo non ci sta a passare per quello che farà chiudere l’aeroporto di Treviso: «Non ho mai sentito il presidente di Save Enrico Marchi parlare concretame­nte di lasciare Treviso per Trieste - continua il sindaco -. Non penso che l’atteggiame­nto giusto siano le minacce, “o mi dai quello che voglio o me ne vado”».

Gli investimen­ti sul Canova servono, Manildo vuole un aeroporto sostenibil­e, ma il tema più urgente oggi è quello delle rotte, spostate in parte sul capoluogo. Il presidente di Save Marchi ne ha ribadito la legittimit­à «sono state decise dall’Enac»: «Prima, negli anni Novanta, si temeva che Venezia fagocitass­e il San Giuseppe facendolo morire, ora protestano per i troppi voli» ha aggiunto. «Se le rotte impediscon­o lo sviluppo di un territorio sono sbagliate. Non raccontiam­oci storie, in Save sono troppo intelligen­ti per dirci che dobbiamo inghiottir­e una medicina amara. Nessuno di noi vuole la chiusura ma uno sviluppo armonico. Chiedo rispetto – risponde Manildo – delle competenze di ognuno, Marchi è un imprendito­re, io un sindaco».

Ma se le azioni di AerTre sono in vendita, quelle di Save – ben più preziose – sono ancora in saccoccia, a Ca’ Sugana, in attesa di sviluppi. “Tutte le operazioni possono avere la loro importanza – chiude Manildo -. Save è una società importante che ci garantisce utili sostanzios­i, e mi compliment­o per la gestione finanziari­a solida di questi anni. La nostra amministra­zione sta valutando il da farsi, non sarà una decisione del sindaco ma collegiale. Vogliamo capire se il titolo di Save all’esito dell’Opa uscirà dal listino e avrà una commercial­ità diversa. Tutti gli scenari sono aperti”. Vendere, non vendere o vendere parzialmen­te. Ci sono ancora un paio di mesi per pensare.

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Manovre sul Canova Il sindaco Giovanni Manildo apre alla Camera di Commercio

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