Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Azioni AerTre, il sindaco a Pozza: «Prendile pure, tanto decide Save»
La stoccata di Manildo: «Sull’aeroporto vogliamo investimenti e più rispetto»
TREVISO Ben volentieri il Comune di Treviso cederà alla Camera di Commercio le proprie quote di AerTre, la società che gestisce l’aeroporto Canova, lungo la Noalese. «Per noi recedere o cedere a un altro socio cambia poco, tanto decide tutto Save. Quello che ci preme è rimanere nella nostra funzione di valutazione dell’interesse sociale. Noi portiamo gli interessi dei cittadini, del territorio, di diritti costituzionali e non solo economici».
Il sindaco Giovanni Manildo è molto diretto nel rispondere al presidente della Cciaa Mario Pozza, che ha annunciato la volontà di acquisire il 2,6% di Treviso per crescere in Cda al 7,5%. Ma mentre l’ente camerale vuole esserci, Ca’ Sugana si sfila: «Per noi - spiega - valevano sia la Legge Madia che bilanci sempre in passivo della società. Il Consiglio Comunale ha deliberato la cessione come atto necessario e la stessa valutazione vale anche oggi, c’era poca possibilità di incidere nella governance, è inutile negarcelo». In poche parole, un acquirente vale l’altro: il prezzo è di circa 370 mila euro.
L’altro tema posto da Pozza è il continuo scontro fra Save, con il suo masterplan milionario sul Canova, e i Comuni che mettono freni e paletti col rischio che, per dirla con i timori di Pozza, anche il Canova venga «scippato» dai vicini friulani. Proprio due giorni fa Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha iniziato a cercare un partner industriale per rafforzare lo scalo di Ronchi ai Legionari.
Manildo non ci sta a passare per quello che farà chiudere l’aeroporto di Treviso: «Non ho mai sentito il presidente di Save Enrico Marchi parlare concretamente di lasciare Treviso per Trieste - continua il sindaco -. Non penso che l’atteggiamento giusto siano le minacce, “o mi dai quello che voglio o me ne vado”».
Gli investimenti sul Canova servono, Manildo vuole un aeroporto sostenibile, ma il tema più urgente oggi è quello delle rotte, spostate in parte sul capoluogo. Il presidente di Save Marchi ne ha ribadito la legittimità «sono state decise dall’Enac»: «Prima, negli anni Novanta, si temeva che Venezia fagocitasse il San Giuseppe facendolo morire, ora protestano per i troppi voli» ha aggiunto. «Se le rotte impediscono lo sviluppo di un territorio sono sbagliate. Non raccontiamoci storie, in Save sono troppo intelligenti per dirci che dobbiamo inghiottire una medicina amara. Nessuno di noi vuole la chiusura ma uno sviluppo armonico. Chiedo rispetto – risponde Manildo – delle competenze di ognuno, Marchi è un imprenditore, io un sindaco».
Ma se le azioni di AerTre sono in vendita, quelle di Save – ben più preziose – sono ancora in saccoccia, a Ca’ Sugana, in attesa di sviluppi. “Tutte le operazioni possono avere la loro importanza – chiude Manildo -. Save è una società importante che ci garantisce utili sostanziosi, e mi complimento per la gestione finanziaria solida di questi anni. La nostra amministrazione sta valutando il da farsi, non sarà una decisione del sindaco ma collegiale. Vogliamo capire se il titolo di Save all’esito dell’Opa uscirà dal listino e avrà una commercialità diversa. Tutti gli scenari sono aperti”. Vendere, non vendere o vendere parzialmente. Ci sono ancora un paio di mesi per pensare.