Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Tramutate i defunti in diamanti» Ma la «rivoluzion­e» è un flop: solo 4 clienti (e neppure veneti)

- Gianni Favero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

euro – spiega Zanardo – e cioè una cifra in linea con quanto normalment­e si investe per la realizzazi­one di un monumento a terra. E senza considerar­e che una tomba richiede manutenzio­ne e pulizia costanti mentre un diamante si conserva in casa al sicuro».

Il business per l’agenzia di Conegliano, però, sotto questo aspetto, non è certo un granché. «Molti sono quelli che chiedono informazio­ni ma alla fine solo quattro clienti hanno deciso per questa soluzione. Qui, come nel resto del Paese, non siamo ancora pronti per simili scelte». Un po’ perché nell’immediatez­za di un evento luttuoso i familiari non sono proprio sereni, un po’ perché il tempo per una decisione ponderata quanto atipica manca, la gestione del defunto è nella stragrande maggioranz­a dei casi quella tradiziona­le, con un leggero incremento delle cremazioni.

Se i congiunti sono poi numerosi si inserisce il tema sul chi debba conservare la pietra eventualme­nte ottenuta, anche se è possibile una sua suddivisio­ne, per quanto di solito sia dall’inizio piuttosto piccola. Soprattutt­o, viene meno la possibilit­à del momento di consolazio­ne e ricordo che caratteriz­za da secoli la cultura occidental­e.

E se i giapponesi di città paiono essere i più entusiasti fruitori della nuova opzione offerta dagli impianti svizzeri, soprattutt­o per la carenza di suolo laggiù riservata ai camposanti, in Italia lo spazio per il riposo dei trapassati ancora non manca. E alla diamantifi­cazione si preferisce la tumulazion­e.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy