Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dalla cella al mare Rientra in Italia la feltrina «ribelle»
CESIOMAGGIORE Dopo la scarcerazione, arriverà qualche giorno di relax: è tornata in Italia ieri la 23 enne cesiolina Maria Rocco, incarcerata per oltre un mese ad Amburgo. «È felice che si sia arrivati a una soluzione e sta bene – spiega la madre Giuditta Bettini – L’attesa è stata lunga. Ora cercheremo un po’ di tranquillità, magari andremo via qualche giorno per rilassarci dopo un mese duro».
Il 7 luglio, la ragazza era stata arrestata insieme al 18 enne Fabio Vettorel in una delle strade coinvolte dal corteo contro il G20. I due ragazzi, che erano volati ad Amburgo per partecipare alla protesta, si sarebbero fermati per prestare soccorso a una manifestante con una frattura esposta a una gamba. In quei giorni, le strade della città anseatica erano scosse da disordini, danneggiamenti da parte dei black bloc e cariche della polizia tedesca.
Nel marasma, i due ragazzi feltrini erano stati associati al gruppo degli oppositori violenti. All’arresto era seguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a causa di una «grave violazione dell’ordine pubblico con resistenza a pubblico ufficiale». Fabio Vettorel, non avendo ancora 21 anni, è stato portato nel carcere minorile di Hahnofersand, dove si trova tutt’ora. Maria Rocco, invece, ha passato oltre un mese nel carcere di Billwerder, a circa 35 chilometri di distanza.
Nel tardo pomeriggio di giovedì, la 23 enne è stata scarcerata. Ieri la giovane si è imbarcata sull’aereo che l’ha riportata a casa. «Non vedevamo l’ora che accadesse – spiega la madre – In situazioni del genere si vivono momenti duri. È dura per chi è in carcere, ma anche per chi aspetta a casa. Bisogna essere forti, avere pazienza e rimanere lucidi. Devo davvero ringraziare tutti quelli che ci hanno dato una mano, come il console, gli avvocati, gli amici che hanno scritto a Maria e Fabio mentre erano detenuti e chiunque si sia interessato al caso. Ora spero che una soluzione arrivi anche per chi si trova ancora in carcere».
Ovvero, Fabio Vettorel e gli altri cinque italiani ancora in carcere dopo gli arresti di massa del 7 luglio (erano 16 gli italiani finiti in manette, tra cui anche l’europarlamentare Eleonora Forenza di Sinistra europea). In queste settimane, tra Italia e Germania si sono consumati scambi di carte e lunghe telefonate.
«Il risultato della scarcerazione non nasce dal nulla», annota l’avvocato Antonio Prade di Belluno, che insieme al collega veneziano Domenico Carponi Schittar di Venezia e al legale tedesco Gerrit Onken ha seguito la vicenda di Maria Rocco. «In queste settimane si è instaurato un dialogo continuo ma pacato con il tribunale, e anche per il comportamento collaborativo tenuto da Maria i giudici hanno emesso il provvedimento di rilascio – spiega Prade – Il problema del pericolo di fuga è stato smontato anche in base a questo. Inoltre, la difesa è stata soprattutto tecnica: Maria non poteva essere trattata diversamente dai cittadini tedeschi (scarcerati per primi dopo pochi giorni, Ndr).
Sull’aereo per l’Italia ci sarebbero potuti essere anche loro, se parliamo di pericolo di fuga». Obbligato il ricorso alla calma, come sottolineato dalla madre di Maria Rocco.
Anche perché ad Amburgo l’onda lunga della notizia dei disordini del G20 non si è esaurita nei giorni immediatamente successivi, ma sarebbe anzi una ferita ancora aperta. Il termometro politico della città, insomma, registrerebbe una tensione residua che non facilita il lavoro della diplomazia e dei legali che seguono gli incarcerati. Si temeva che questo potesse influenzare le scelte del tribunale.
I giudici, alla fine, hanno accolto la richiesta di scarcerazione per la 23 enne cesiolina. La vicenda giudiziaria non si è ancora chiusa, ma secondo la difesa gli elementi probatori a carico di Maria Rocco sarebbero piuttosto deboli.
Gli avvocati puntano all’archiviazione del caso, il lavoro è già iniziato. Intanto, a Feltre si spera nella scarcerazione di Fabio Vettorel.
Scontri ad Amburgo Maria e Fabio (che è ancora in cella) avevano preso parte alla protesta anti G20