Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Migrante della Serena ucciso in bici, scagionata l’automobilista: fu il giovane a tagliarle la strada
CASIER Nessuna responsabilità da parte dell’automobilista per la morte di Matthew Edobor, richiedente asilo di 21 anni deceduto il 4 agosto di un anno fa in via Roma a Dosson, poco distante dall’ex caserma Serena dove viveva. Il pubblico ministero Gabriella Cama ha chiesto e ottenuto dal gip l’archiviazione dell’indagine per omicidio stradale a carico della 54enne M.C.V. di Montebelluna alla guida della Volkswagen Passat che ha travolto il giovane. Le perizie sull’incidente, infatti, hanno accertato che la conducente, difesa dall’avvocato Italo Albanese, non ha avuto colpe nell’incidente. Da quanto rilevato dalle perizie, la donna procedeva a una velocità moderata, 34 chilometri orari, e non avrebbe potuto fare nulla per evitare il giovane profugo che, in sella alla sua bicicletta, aveva improvvisamente lasciato la pista ciclabile per attraversare la strada. Secondo il perito, con quella manovra repentina era stato il ciclista a omettere la precedenza all’auto. Per questo l’indagine è stata archiviata. La morte del giovane nigeriano aveva suscitato grande cordoglio ma anche profondo sconcerto per i commenti razzisti e gli insulti che si erano moltiplicati sui social network subito dopo la notizia della tragedia. In molti avevano lasciato post razzisti a commento della notizia: «Uno in meno», aveva scritto un utente. «Mi dispiace per chi l’ha investito, ma abbiamo migliaia di questi individui che non fanno niente tutto il giorno», aggiunse un altro. Frasi choc che avevano indotto il sindaco di Casier Miriam Giuriati, che già aveva segnalato in questura una pagina Facebook razzista, a minacciare denunce. (m.cit.)