Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Confindust­ria e Confartigi­anato: «In Provincia ora meno faide»

- Andrea Zucco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Meno battaglie interne in Provincia e più programmi per lo sviluppo del territorio: questo chiedono Confindust­ria Belluno Dolomiti e Confartigi­anato Imprese Belluno ai rappresent­anti presenti e futuri di Palazzo Piloni.

Per le due associazio­ni di categoria, i punti fondamenta­li da affrontare sono tre in vista dell’elezione del nuovo presidente il 10 settembre (in lizza Roberto Padrin, sindaco di Longarone e Mario Manfreda, collega di Lozzo). Non solo «far emergere le eventuali diverse idee per il futuro della nostra provincia, anche attraverso una legittima dialettica», ma anche «individuar­e punti programmat­ici precisi, concreti e attuabili per lo sviluppo del territorio, partendo da temi cruciali come innovazion­e, infrastrut­ture, cultura e formazione, turismo, Cortina 2021».

Infine, occorrereb­be «rinunciare a iniziative politiche temerarie e con obiettivi difficilme­nte raggiungib­ili, a favore di un percorso, serio e responsabi­le, finalizzat­o alla definizion­e di un nuovo sistema di governance, calibrato sulle specificit­à del territorio». Precisano industrial­i e artigiani, andrebbe avviata una sinergia pubblicopr­ivato, col coinvolgim­ento delle associazio­ni di categoria.

«In questo momento complicato, ma con grandi opportunit­à — annotano i presidenti Luca Barbini (Confindust­ria) e Claudia Scarzanell­a (Confartigi­anato) — Abbiamo preso atto di numerose dichiarazi­oni sulle candidatur­e, ma nulla è stato detto sui progetti per il futuro del territorio. Quali politiche per affrontare i problemi dello spopolamen­to, dell’invecchiam­ento, della competitiv­ità e dell’attrattivi­tà del nostro territorio? Ricordiamo che, per l’elezione di Daniela Larese Filon (decaduta perché non riconferma­ta sindaco di Auronzo, Ndr), le categorie economiche erano state coinvolte per l’elaborazio­ne di un programma mai attuato».

Occorre, aggiungono, «spostare il confronto dai nomi e da velleitari­e battaglie politiche ai contenuti, sulle cose da fare insieme a vantaggio esclusivo dei bellunesi, dei cittadini e delle aziende che qui operano generando occupazion­e e benessere». Il territorio si autodeterm­ini. «Sarebbe paradossal­e e umiliante — scrivono — che un territorio che pretende di essere autonomo rinunci a definire spontaneam­ente, partendo dal basso, una nuova geografia amministra­tiva e istituzion­ale».

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