Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Confindustria e Confartigianato: «In Provincia ora meno faide»
BELLUNO Meno battaglie interne in Provincia e più programmi per lo sviluppo del territorio: questo chiedono Confindustria Belluno Dolomiti e Confartigianato Imprese Belluno ai rappresentanti presenti e futuri di Palazzo Piloni.
Per le due associazioni di categoria, i punti fondamentali da affrontare sono tre in vista dell’elezione del nuovo presidente il 10 settembre (in lizza Roberto Padrin, sindaco di Longarone e Mario Manfreda, collega di Lozzo). Non solo «far emergere le eventuali diverse idee per il futuro della nostra provincia, anche attraverso una legittima dialettica», ma anche «individuare punti programmatici precisi, concreti e attuabili per lo sviluppo del territorio, partendo da temi cruciali come innovazione, infrastrutture, cultura e formazione, turismo, Cortina 2021».
Infine, occorrerebbe «rinunciare a iniziative politiche temerarie e con obiettivi difficilmente raggiungibili, a favore di un percorso, serio e responsabile, finalizzato alla definizione di un nuovo sistema di governance, calibrato sulle specificità del territorio». Precisano industriali e artigiani, andrebbe avviata una sinergia pubblicoprivato, col coinvolgimento delle associazioni di categoria.
«In questo momento complicato, ma con grandi opportunità — annotano i presidenti Luca Barbini (Confindustria) e Claudia Scarzanella (Confartigianato) — Abbiamo preso atto di numerose dichiarazioni sulle candidature, ma nulla è stato detto sui progetti per il futuro del territorio. Quali politiche per affrontare i problemi dello spopolamento, dell’invecchiamento, della competitività e dell’attrattività del nostro territorio? Ricordiamo che, per l’elezione di Daniela Larese Filon (decaduta perché non riconfermata sindaco di Auronzo, Ndr), le categorie economiche erano state coinvolte per l’elaborazione di un programma mai attuato».
Occorre, aggiungono, «spostare il confronto dai nomi e da velleitarie battaglie politiche ai contenuti, sulle cose da fare insieme a vantaggio esclusivo dei bellunesi, dei cittadini e delle aziende che qui operano generando occupazione e benessere». Il territorio si autodetermini. «Sarebbe paradossale e umiliante — scrivono — che un territorio che pretende di essere autonomo rinunci a definire spontaneamente, partendo dal basso, una nuova geografia amministrativa e istituzionale».