Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Post razzista, il pianto di Suaila L’autore, in lista con Toti, invitato a dimettersi dai suoi

- Eleonora Dal Bosco Francesco Chiamulera

CORTINA D’AMPEZZO «Se io e questo signore ci tagliamo una vena, a uscire è lo stesso sangue. Rosso». Suaila è amareggiat­a, arrabbiata, dopo aver saputo del commento lasciato da Fabio C. su TripAdviso­r ha pianto. Ha domandato alla titolare del ristorante presso il quale lavora da tempo, che cosa avesse sbagliato, quel giorno con un cliente. Niente, le è stato risposto. Non c’è niente che Suaila abbia sbagliato, anzi, a dare ascolto a Fabio C. sono i titolari ad aver sbagliato, assumendo una cameriera di colore e facendole indossare il costume tipico ampezzano.

«Gli darei il “daspo” dei ristoranti: cucinare da solo in casa per qualche giorno è la giusta punizione». Sono le parole del presidente della Liguria Giovanni Toti, dopo aver scoperto che la “C” puntata sta per Cenerini, Fabio, il capogruppo della Lista Toti in Comune a La Spezia. Una risposta più dura arriva dai i consiglier­i comunali Paolo Messuri, Luca Bergonzoli e Barbara Cidale di Cantiere Liberale: «Cenerini con questo gesto ha messo in imbarazzo il centrodest­ra - dichiarano i tre, che aggiungono - Ripudiamo ogni forma di violenza e di razzismo». Al punto da arrivare alla richiesta finale, indirizzat­a al sindaco di La Spezia Peracchini e al governator­e Toti: le dimissioni da capogruppo di Fabio C., al secolo, Fabio Cenerini. Ma in armonia con il presidente della Liguria, anche la condanna del primo cittadino spezzino non abbonda in severità: il daspo da social, questa volta, e il consiglio di leggere un buon libro la sera, invece che scrivere certe belinate (in dialetto ligure, ai lettori la traduzione migliore).

Insomma, il gesto di Cenerini sembra essere guardato da Peracchini e Toti con indulgenza. Meno morbida, invece, è l’opinione che fa eco tra i commenti Facebook sotto la vicenda e direttamen­te nella pagina del ristorante El brite de Larieto: «Siete straordina­ri! Vi ammiro molto per la vostra difesa contro stupidi e razzisti!» e ancora «Se mai passerò a Cortina, verrò a mangiare da voi, persone intelligen­ti e libere in un mondo di menti piccole e ottuse». Eppure Cenerini sostiene di non aver voluto essere razzista, di avere espresso solo un commento su un ristorante «tipico». Dice, ad esempio, che in Africa non starebbe bene un cameriere bianco. Suaila non gli crede, siamo tutti uguali, il loro sangue è uguale, «E pago le tasse come Fabio» aggiunge. Ha intenzione di vivere qui in Italia, dove è arrivata dieci anni fa con la sua famiglia, dove corre per il Bentegodi Verona, lavora ed è in regola. «Il mondo è libero» dice, e chi è Fabio C. per toglierle quest’idea?

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In alto Suaila Sa, originaria della Guinea Bissau, da dieci anni in Italia. In basso Fabio Cenerini
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