Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Vi uccideremo come sulla Rambla» Richiedente asilo arrestato ed espulso
Padova, il giovane si è scagliato sugli agenti durante un controllo inneggiando all’Isis
PADOVA Viene fermato per un controllo di routine, perde la testa e ferisce gli agenti mentre urla «Allah Akbar». Poi, visibilmente alterato, inneggia all’Isis, minaccia di colpire gli infedeli ed esalta i recenti attentati in Spagna che hanno funestato Barcellona. Arrestato per l’aggressione agli agenti, Margon Bakaray, 22enne del Gambia, è ora indagato anche per istigazione al terrorismo.
Tutto è cominciato mercoledì pomeriggio attorno alle 17.15 ai Giardini dell’Arena, poco distante dalla Cappella degli Scrovegni e in pieno centro a Padova. La polizia era impegnata in alcuni controlli di routine. La zona è una delle più difficili in città e le forze dell’ordine sono costrette giornalmente a presidiare l’area con una pattuglia fissa all’esterno dei giardini. Il luogo è arcinoto come teatro di bivacco, di commercio illegale ed è frequentato da nullafacenti che passano le giornate ubriacandosi o assumendo droghe.
Durante un turno di servizio a caccia di pusher un poliziotto ha notato un ragazzo «sospetto» e l’ha avvicinato. Il giovane è subito apparso nervoso, poco collaborativo, visibilmente alterato e aggressivo. Alla richiesta dei documenti è andato in escandescenza prendendosela con l’agente e pronunciando frasi che inneggiavano al terrorismo. In un attimo il gambiano ha perso la pazienza, aggredendo l’agente, al grido di «Allah Akbar», che in italiano vuol dire solo «Dio è il più grande» ma diventa grido di guerra quando pronunciato dai terroristi. Il ragazzo ha assestato pugni e calci, cercando poi di fuggire, senza riuscirvi. In soccorso del poliziotto è giunto il collega che era poco distante, attirato dalle urla e dalla veemenza con cui il giovane colpiva. Il 22enne per niente intimorito ha continuato a infierire sugli agenti pronunciando frasi particolarmente inquietanti: «Ha fatto bene l’Isis a colpire a Barcellona, vi uccideremo tutti, siete tutti infedeli» ha urlato mentre scalciava e dispensava gomitate a tutto spiano.
Finalmente, dopo una lunga colluttazione, i poliziotti hanno avuto la meglio, riuscendo a mettergli le manette ai polsi per immobilizzarlo. Durante la perquisizione non è stata trovata droga, con sé aveva un Corano: con tutta probabilità era intenzionato a pregare o a leggere le sacre scritture del profeta. Una volta bloccato è stato caricato sulla volante e portato in questura per gli accertamenti. Si tratta di un richiedente asilo, che ha da tempo lasciato il centro dove era arrivato e che attualmente è senza fissa dimora. Non è un volto sconosciuto alle forze dell’ordine, avendo diversi precedenti per spaccio di droga. Ieri mattina è stato subito processato per direttissima. Il giudice ha convalidato l’arresto per le la resistenza e le lesioni a pubblico ufficiale ma è stato comunque rimesso in libertà e indagato per istigazione al terrorismo con l’obbligo di lasciare il Veneto e il divieto a tornare in regione.
I poliziotti si sono fatti refertare al pronto soccorso, per loro la prognosi è di cinque giorni. Quello di mercoledì è un episodio ritenuto grave perché sono proprio questi i soggetti che maggiormente preoccupano le forze dell’ordine, in un periodo di massima allerta. Sono persone senza dimora, spesso coinvolte in questioni di droga e assuntori abituali di sostanze stupefacenti i più temuti e tenuti sotto osservazione. Non avendo niente da perdere, magari per emulazione, rischiano di compiere gesti estremi, magari in condizioni psicologiche di pesante alterazione.