Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Castro: «Già persi tre anni Il governo convochi le parti»

- G. F.

TREVISO «I tre anni di tregua nati con l’accordo con il governo del 2014, poi diventati quattro, non sono stati usati per un confronto sul polo del freddo di Susegana. La defiscaliz­zazione non ha abbassato il costo del lavoro ma finanziato, con risorse dei contribuen­ti, quello del non lavoro». Maurizio Castro, fino al 2004 direttore delle risorse umane di Electrolux Italia, non perde l’occasione di ricordare quanto fosse stato scettico rispetto agli effetti a lungo termine di quell’intesa. Oggi, a pochi mesi dalla scadenza, qualche somma si permette di tirarla.

Lei s’augurava che il tempo dell’accordo servisse anche a ripensare la rotta industrial­e di Susegana. Invece?

«Invece Electrolux, con la ripresa della produzione, si è ben guardata dal complicars­i la vita cercando con il sindacato soluzioni nuove e condivise per mantenere qui la capitale europea dei frigorifer­i. Il sindacato s’è tenuto lontano da discorsi sul migliorame­nto competitiv­o dell’azienda e la politica ha avuto l’alibi per non curarsene più».

Dunque? Cosa succederà alla fine dell’accordo?

«Se non ci si dice oggi tutta la verità, senza incagliars­i ogni anno su irrilevant­i discussion­i per i sabati di straordina­rio, nella primavera del 2018 sarà troppo tardi».

Troppo tardi per cosa?

«Qui c’è un tremendo non detto: siamo così sicuri che quella 2014 non sia stata una scelta di tregua funzionale a una nitida e irreversib­ile intenzione dell’azienda di metter in discussion­e il polo italiano del freddo di Susegana?».

L’altolà diffuso ieri, in questa chiave, potrebbe essere solo un ingranaggi­o di un meccanismo più articolato.

«Io dico che i temi sul tappeto nel 2014, quando c’erano in conto centinaia di esuberi collegati alla perdita di competitiv­ità, sono rimasti intatti e sono appena nascosti sotto il tappeto di una rifioritur­a delle commesse. Nessuno si è dato da fare per rimodulare lo schema della produzione con nuove vie di efficienza da raggiunger­e attraverso accordi fra le parti. Si doveva mettere a fuoco un progetto condiviso sulla centralità strategica di Susegana e invece c’è stata una guerriglia più o meno accesa ma continua e un filino ideologica su entrambi i fronti».

Argomento di esclusiva competenza di azienda e lavoratori?

«No. Fossi un membro del governo, nazionale o regionale, avrei perso la pazienza da un pezzo. Cosa si aspetta a convocare azienda, Rsu e segreterie dei metalmecca­nici per mettere a nudo la questione e farci spiegare chiarament­e che cosa vogliono?».

I problemi del 2014 sono ancora lì senza un progetto per tenere qui il polo

Un fattore di blocco importante pare essere il licenziame­nto di Augustin Breda.

«Ci sarà pure un modo trasparent­e di superare il licenziame­nto di una Rsu senza aspettare la magistratu­ra e lasciare appesa a una sentenza, minimo per un anno, un’intera fabbrica».

Electrolux dice che gli straordina­ri sono indispensa­bili e che la forza lavoro manca.

«È possibilis­simo, con la ‘legge Biagi, pensare ad una mobilità di filiera. Significa spostare manodopera lungo l’asse che collega la componenti­stica (Acc di Mel) a Susegana ai mobilifici del Livenza che montano i frigorifer­i sulle loro cucine. Lo strumento si chiama ‘comando e distacco’. Con poca fatica il governo potrebbe autorizzar­lo anche laddove, come qui, siano in vigore ammortizza­tori sociali».

Non si può star appesi per un anno al licenziame­nto di un Rsu: il caso va risolto

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