Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’assessore deluso: in futuro fondi a film più «veneti»
La Regione ha finanziato in minuscola parte il film. Corazzari: «Una visione strumentale»
Un po’ deve aver sofferto sulla sedia, ma non l’ha dato a vedere. Cristiano Corazzari, assessore alla Cultura della Regione Veneto. Esce dalla proiezione ufficiale del film L’ordine delle cose di Andrea Segre scandendo bene le parole, come se avesse avuto tutto il tempo del film per fare ordine nelle sensazioni che gli ha lasciato.
«Il lavoro di Segre – dice Corazzari - tratta tematiche di stretta attualità e molto complesse. Un’attualità che allarma e preoccupa tutta la gente. Ho trovato interessante che il punto di vista principale fosse quello di un poliziotto, un uomo cioè impegnato nello sforzo di contrastare gli sbarchi illegali. E questo è per noi l’unica strada da perseguire: il blocco del traffico di carne umana che genera tragedie. Traspare anche, però, che questa attività dev’essere accompagnata da un impegno diretto dei Paesi europei e dell’Onu per realizzare centri di identificazione in Africa che rispettino primariamente i diritti umani».
Fin qui non sembrano esserci punti negativi nella visione di un film che la Regione, con un bando, ha finanziato, seppur in minima parte, con 70mila euro. Ma si sente che l’assessore non ha finito. E che la visione della pellicola ambientata anche a Padova gli ha fatto venire in mente altro: «Trovo strumentale – dice ancora - il fatto che per descrivere un fenomeno che non ha nulla a che vedere con i rifugiati sia stata utilizzata solo la storia di una somala. Visto che sappiamo tutti che i somali hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati. L’immigrazione di massa e gli sbarchi clandestini riguardano invece per il 90 per cento migranti economici, che non scappano da guerre». Ma perché strumentale? «Perché – spiega – c’è grande interesse da parte di alcune Ong e cooperative a mantenere un flusso che alimenta un’economia per noi assolutamente da contrastare».
Quindi Segre si sarebbe prestato a fare un film che spinge verso il mantenimento della situazione attuale per favorire le Ong. «Non dico questo, dico solo che ha un’impostazione generale su un caso particolare». E il finanziamento da 70mila euro? Forse la Regione poteva evitarlo? «Il finanziamento è stato dato sulla base di un bando. Nei prossimi bandi magari potremmo pensare a cambiare i requisiti e stabilirne altri che prestino la loro attenzione più a temi regionali anche se questa è sicuramente una produzione importante e di spessore, e ci tocca da vicino perché il Veneto subisce questo fenomeno ma per noi va trattato senza indecisioni. La posizione del nostro movimento è chiara: bisogna aiutarli a casa loro con investimenti mirati nei Paesi d’origine dove costerebbe sicuramente meno che farlo qui».
Sui migranti la posizione della Lega è chiara: aiutiamoli a casa loro