Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LA STAFFETTA DEGLI STIPENDI
Fuori gli anziani e dentro i giovani. Ergo, via libera agli incentivi. Alla Electrolux è stato appena firmato un accordo che favorisce le uscite volontarie con 71 mila euro per chi si licenzia entro il 31 marzo 2018, somma che scende a 55 mila euro nei tre mesi successivi, entro il giugno 2018. Per lavoratori di lungo corso, è grosso modo l’equivalente di un paio di annualità lorde. Il punto è che il modello si va estendendo anche nelle piccole e medie imprese, dove però la posta risulta molto più modesta, a volte 4-5 mila euro: le annualità diventano mensilità, naturalmente sempre lorde. È la staffetta generazionale all’italiana. E nello specifico alla nordestina. Per cominciare, ci si alleggerisce di stipendi di un certo peso. Come effetto collaterale (non trascurabile), escono figure che direttamente o indirettamente hanno vissuto le stagioni calde delle rivendicazioni sindacali. Se poi si deve assumere qualcuno, si prendono giovani con contratti precari, pagati poche centinaia di euro. Senza contare l’opportunità di utilizzare le agevolazioni fiscali messe in campo dal governo. Una corsa al ribasso. Tutta giocata sul costo del lavoro. Distantissima dalla «sfida del capitale umano» che dovrebbe caratterizzare questa delicata fase di transizione industriale. Quanto alla famosa staffetta generazionale, beh, meglio non parlarne nemmeno. La staffetta generazionale dovrebbe servire a iniettare in azienda un valore aggiunto di conoscenze e di efficienza. I giovani, in particolare, dovrebbero essere il motore della rivoluzione digitale. Il piano Industria 4.0, di cui si è discusso anche ieri a Padova, è destinato a restare una bella cornice teorica se non trova incarnazione in nuove competenze diffuse fino alle pmi. Chiaro, ci sono pure gli esempi virtuosi. Alla Luxottica come nel distretto calzaturiero del Brenta, per citare due settori assai diversi, capireparto con trenta o quarant’anni di alta artigianalità sulle spalle operano fianco a fianco con giovani ingegneri esperti di alta tecnologia. Sta di fatto che i dati di Veneto Lavoro sono inequivocabili. Oltre la metà dei nuovi assunti ha un contratto a tempo determinato, il lavoro somministrato segna più 26 per cento, l’apprendistato più 28. I tirocini under 30, inoltre, sono passati dai 12.931 del 2008 ai 30.275 del 2016, il 77,6 del totale di quelli attivati. Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso, insiste sulla necessità di sanare il cortocircuito veneto, che impedisce alle aziende di trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. I giovani non vogliono andare a lavorare nelle imprese manifatturiere. È vero. Ma oggi tocca alle imprese dimostrare di volere realmente investire sui giovani.