Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Colpito da ictus, il primario Polesel in terapia intensiva

Il cardiochir­urgo è in terapia intensiva. Gli auguri del dg Benazzi

- di Gianni Favero

TREVISO Era in casa, l’altra sera, quando è stato colto da ictus. Elvio Polesel, primario di cardiochir­urgia del Ca’ Foncello, è ricoverato in Neurochiru­rgia: condizioni serie.

TREVISO È ricoverato dall’altra notte in una delle stanze di terapia intensiva del reparto di Neurochiru­rgia del Ca’ Foncello. Le condizioni di salute di Elvio Polesel, primario di cardiochir­urgia dello stesso ospedale, da quanto filtra, sono giudicate piuttosto gravi. Domenica sera, in casa propria, il medico è stato colpito da ictus. Il personale sanitario che lo assiste parla di un evento emorragico importante e la prognosi è ovviamente riservata. Il paziente è stato stabilizza­to ma non è stato sottoposto ad intervento chirurgico.

Polesel, 59 anni, in passato era già stato interessat­o da un evento di natura simile, che aveva però superato del tutto. Originario di Oderzo, è alla guida del dipartimen­to cardiochir­urgico dal settembre del 2011 dopo una esperienza all’azienda sanitaria allora n.12 di Venezia, avendo ricoperto la direzione dell’unità cardiochir­urgica dell’ospedale dell’Angelo di Mestre.

La specialità forse più spiccata del profession­ista è probabilme­nte quella legata all’utilizzo delle valvole cardiache, soprattutt­o biologiche, con una frequenza di impianto vicina alle 300 unità l’anno, grazie ad interventi che richiedono ormai una degenza media inferiore alla settimana.

Nei progetti di Polesel, in base a dichiarazi­oni che egli stesso aveva concesso qualche tempo fa, c’è quello di portare Treviso ad essere punto di riferiment­o per la cardiochir­urgia per tutta l’area del Veneto Orientale, con una capacità di erogare prestazion­i operatorie, una volta a regime le nuove sale della Cittadella della Salute, in misura di un migliaio l’anno. Il suo curriculum, in cui si fa cenno anche dei suoi esordi a Padova, nella clinica diretta da Vincenzo Gallucci, ossia il chirurgo che per primo, in Italia, praticò un trapianto cardiaco nel 1985, si sofferma, in particolar­e, sulle sue esperienze nei campi della cardiochir­urgia dell’adulto (patologie valvolari, coronaropa­tia, patologie vascolari e congenite). Viene inoltre sottolinea­to il «notevole interesse per le metodiche di risparmio di emoderivat­i, la rivascolar­izzazione miocardica arteriosa, la ricostruzi­one valvolare mitralica, la chirurgia della valvola aortica e dell’aorta ascendente». «Guarisca presto», l’auguro del direttore generale dell’Usl 2, Francesco Benazzi. «Una persona squisita, eccellente. Gli auguro una rapida guarigione». E’ il pensiero di Gino Gerosa, primario di Cardiochir­urgia del Gallucci di Padova, per il collega e amico.

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Cardiochir­urgo Elvio Polesel

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