Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Anpi e il voto: Sì per Belluno «Nì» al Veneto

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BELLUNO Con l’avvicinars­i del referendum del 22 ottobre, doppio per la provincia di Belluno, chiamata a esprimersi sia per l’autonomia regionale che per quella provincial­e, le associazio­ni danno le loro «indicazion­i di voto». Ieri si è espressa l’associazio­ne dei partigiani. Quanto al referendum regionale, l’Anpi è per l’astensione; quanto a quello bellunese, invece, l’Associazio­ne nazionale partigiani d’Italia invita a ritirare le schede e a votare liberament­e sì o no.

Il fatto è che il direttivo feltrino dell’ente si è riunito il 23 settembre e ha preso in esame un comunicato della presidenza nazionale circa le consultazi­oni del 22 ottobre. Il referendum per l’autonomia del Veneto, secondo l’Anpi, «puramente consultivo», «è fondato su puri motivi di interesse economico e non rispetta il principio degli inderogabi­li doveri di solidariet­à sanciti dall’articolo 2 della Costituzio­ne». Inoltre è «organizzat­o a ridosso delle elezioni politiche» ma costa «25 milioni di euro la Lombardia e 14 milioni il Veneto». Quanto a quello bellunese, invece, «è doveroso dire che trova piena giustifica­zione per il fatto che il territorio della provincia di Belluno è interament­e montano e situato tra due regioni a Statuto speciale.

La Regione Veneto, dopo anni di ritardo, ha dato un contentino alla provincia di Belluno, con l’inserire nello Statuto «La specificit­à» del territorio montano, senza però assegnare le risorse adeguate. In sostanza una pura e semplice farsa politica». Secondo l’Anpi, un esempio di centralism­o regionale è l’abolizione dell’Ulss 2. Comunque sia, per l’Anpi, il referendum bellunese è legittimo.

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