Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Sì all’autonomia solidale No a richieste sovversive»
VERSO IL REFERENDUM IL DIBATTITO Il governatore accoglie l’invito della Chiesa. Bordate dalla Toscana
Dai vescovi al Patriarca, dopo l’appello della Chiesa veneta («autonomia sì, ma solidale»), risponde il governatore Luca Zaia. «Siamo d’accordo - spiega - e siamo pronti a fare la nostra parte, dopo il referendum». Zaia ha anche precisato che non saranno avanzate «richieste sovversive», il percorso è quello costituzionale.
Che sia un viaggio romantico o l’ultimo viaggio, chi andrà a votare al referendum sull’autonomia del Veneto e presenterà la ricevuta rilasciata al seggio avrà uno sconto dal 10 al 20%. Sulla crociera o sul funerale. «Comunque sia... buon viaggio», augurano scaramantici i due imprenditori indipendentisti che hanno lanciato l’iniziativa, Roberto Agirmo, titolare di un’agenzia di viaggi a Marcon e Samuel Guiotto dell’omonima ditta di servizi funebri. Venetisti, separatisti, indipendentisti spingono sul referendum come sulla prima tessera di un Domino. Il primo è stato Lucio Chiavegato, che alla porta del suo stabilimento di arredamenti a Bovolone, Verona, aveva affisso un singolare avviso ai fornitori: «Dal 23 ottobre sarà necessario esibire ricevuta vostra partecipazione referendum autonomia Veneto per poter avere dialogo di lavoro con nostra azienda. Grazie». Non si fanno affari con statalisti e astensionisti, insomma.
Concetto affine a quello che ripete spesso Luca Zaia: a chi andrà a lamentarsi a palazzo Balbi di come vanno le cose, chiederà se è andato a votare. La convergenza con i venetisti su questo tema però finisce qua. «Chiederemo le competenze previste dalla legge - ha ribadito ieri - E non faremo nulla di sovversivo, eversivo e di illegale». Il mantra «Non è la Catalogna» e il piglio istituzionale si fanno sempre più saldi dopo gli ultimi endorsement sulla legittimità del referendum arrivati dal presidente del Senato Pietro Grasso, dall’Anci e dalla Chiesa con il «la» dai vescovi veneti e dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia. «Sì all’autonomia ma nella solidarietà reciproca, com’è nella Chiesa», hanno detto. Con Moraglia che ha sottolineato che l’autonomia «è la grande sfida per le democrazie di oggi», ammonendo però a «non scadere nella frammentazione». Subito il presidente Luca Zaia ha fatto tesoro dell’avallo religioso. «Vedete? Questo è il referendum dei veneti, non della politica», ha detto ieri a margine della presentazione della fiera del turismo Buy Veneto. E ancora, «autonomia nella sussidiarietà e solidarietà? Sta scritto nella Costituzione – ha aggiunto -, nella Chiesa sono precursori, loro conoscono bene autonomia e federalismo al loro interno». Le rassicurazioni di Zaia ai dubbi di parte dell’elettorato cattolico, contrario all’impostazione «paroni a casa nostra», potrebbe aumentare l’affluenza al voto. «È necessario che il 22 ottobre votino tutti, favorevoli e anche contrari ha ripetuto il presidente Chiederemo le competenze previste dalla legge e non faremo nulla di sovversivo, eversivo o illegale». La parola solidarietà, invece, per Zaia, diventa «tutoraggio»: «Se ci sono Regioni che, ad esempio, hanno difficoltà con la sanità, dove noi siamo eccellenti, nessun problema ad aiutarli, mando loro gli esperti, così diamo un sostegno etico a salvare vite e noi stessi risparmiamo soldi, sostenendole», ha spiegato.
Zaia sembra una voce sola con il padre fondatore della Lega, Umberto Bossi, che ieri ha ribadito: «Il referendum non è della Lega, è di tutti». E ha spiegato in questi termini la relazione tra indipendenza e autonomi: «Il referendum non è per l’indipendenza - scandisce - Maroni e Zaia hanno capito che il prossimo anno può essere disastroso, bisogna trovare soldi in tempi brevi».
Per Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, Zaia e Maroni stanno «scherzando col fuoco: con ben 50 milioni stanziati in Lombardia e 14 in Veneto possibile che non ci sia niente di meglio da fare che un referendum per l’autonomia dopo il quale non accadrà nulla se non alimentare la spinta verso un federalismo che rischia ancor più di frammentare il Paese? - ha scritto sul suo profilo Facebook - Le piccole patrie, i micronazionalismi, rischiano di innescare processi incontrollabili. Catalogna docet». «Parole fuori luogo, visto che il nostro referendum ha avuto il placet della Corte Costituzionale - ribatte il presidente del consiglio Regionale Roberto Ciambetti. L’autonomia è un valore previsto, è difeso dalla Costituzione. Può e deve diventare la chiave di volta di una profonda riforma democratica del Paese».
Zaia Chiederemo le competenze previste dalla legge e non faremo nulla di sovversivo, eversivo o illegale Bossi Il referendum non è per l’indipendenza, è un’altra cosa. Maroni e Zaia hanno capito che vanno trovati soldi velocemente Rossi Veneto e Lombardia scherzano con il fuoco. Le piccole patrie possono innescare processi incontrollabili, pericolosi