Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Firex, è morto Luigi Pinto Lo piangono 95 dipendenti «Mai un’ora di sciopero»
BELLUNO Avrebbe compiuto 75 anni il prossimo 25 novembre. Invece, i funerali si terranno oggi alle 10,30, alla chiesa di San Giovanni Bosco a Belluno. Sarà sepolto al cimitero di Cusighe. È morto l’uomo, Luigi Pinto, ma resta la sua eredità morale. Di meridionale (napoletano, per la precisione) che ce l’ha fatta con il sudore della fronte e da imprenditore che in 20 anni non ha subito un’ora di sciopero né ha concesso un’ora di cassa integrazione.
«Anche nei momenti bui della crisi, dopo il 2008 - afferma il fratello Salvatore – quando l’azienda reclamava la cassa, o faceva intendere che sarebbe stata una mossa opportuna, lui non ne ha mai voluto sapere, e ha sempre risposto: “Se avete bisogno di soldi, ce li metto io”». Era un uomo schivo, Luigi Pinto. «Molto riservato – continua Salvatore -: ha gestito la sua azienda come una famiglia. Era un punto di riferimento per i dipendenti, perché ascoltava i problemi di tutti. Insomma, era una persona di grande umanità, molto disponibile».
Si era trasferito giovanissimo nel Bellunese. «Con il cognato Silvano Favretti – ricorda Salvatore – aveva fondato la Silco, importante azienda di macchine per la ristorazione. Impresa poi venduta al gruppo Ali, alla morte del cognato, avvenuta a causa di un incidente stradale. Con la liquidità ottenuta dalla vendita, Luigi ha fondato un’altra impresa, la Firex di Sedico, attiva nello stesso comparto ma non in concorrenza con la Silco, perché produttrice di macchinari caratterizzati da u più alto livello tecnologico» .
Secondo Salvatore Pinto «ora la Firex ha un fatturato di 17 milioni di euro, e 95 dipendenti, ed è una delle aziende al top nel Bellunese quanto a redditività. Ho collaborato con Luigi sino al 2012, quando ha deciso di lasciare l’attività, che continua con i figli Francesco e Silvia». Luigi Pinto ha ricoperto cariche in Confidi e nella locale Confindustria.
«Come probiviro – continua Salvatore -. Ma quando ha lasciato l’azienda, ha lasciato anche palazzo Doglioni-Dalmas».