Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I ladri di stufe? Dipendenti che le rivendevano online fornendo anche la garanzia
VITTORIO VENETO Da una parte un’azienda di produzione e vendita di stufe a pellet, in grave crisi economica a causa dei conti che non tornavano. Dall’altra una banda di ricettatori che quelle stufe, con i relativi componenti, li vendevano in Internet offrendo persino garanzia e assistenza. Nel mezzo, i dipendenti e gli ex dipendenti che in azienda hanno fatto razzia, almeno a partire dal 2015, rubando e rivendendo la merce. Un mercato nero all’apparenza legale che all’azienda, con sedi a Vittorio Veneto a Codognè, ha provocato un danno, per difetto, di oltre 500 mila euro. A sgominare l’organizzazione è stata la squadra mobile di Treviso che, con un’articolata ma rapida indagine, è arrivata al gruppetto partendo da uno dei ricettatori, un 40enne albanese denunciato quindici giorni fa dopo il ritrovamento, in due garage di Ceggia, nel Veneziano, di refurtiva per decine di migliaia di euro fra bici da corsa, trapani, materiali edili di vario tipo e tre stufe. Tutte - queste ultime - della stessa marca, con i relativi pezzi di ricambio. Stufe prodotte nell’azienda vittoriese nella quale il 40enne aveva lavorato tempo fa.
Così, seguendo quella traccia, gli investigatori guidati dal dirigente Claudio Di Paola hanno ricostruito la filiera dal web alla fabbrica produttrice, del tutto ignara che a derubarla fossero i dipendenti infedeli e gli ex infedeli. Sono 6 le persone denunciate per ricettazione: 5 uomini e una donna tra i 30 e i 50 anni. Due italiani, uno dipendente e l’altro ricettatore, sono ritenuti le menti del gruppo. Ricostruita la rete di rapporti sono scattate le perquisizioni nelle abitazioni dei cinque indagati, dove sono stati rinvenuti migliaia di euro di merce rubata. Ancora stufe e soprattutto componenti: termostati, cavi, schede elettroniche e altro materiale per le stufe a pellet, che serviva alla banda per «l’assistenza» promessa e garantita nelle vendite online. In alcuni garage sono state trovate anche biciclette da corsa e telai in carbonio di gran valore. Molta della merce è stata restituita, per la restante la questura di Treviso ha postato sulla propria pagina Facebook le foto a disposizione per di chi ha subito un furto. Diffondendo le immagini della refurtiva, infatti, la polizia è riuscita a rintracciare anche le proprietarie di un orologio Philip Patek, rubato a una turista tedesca in vacanza a Jesolo, e di un Rolex sottratto al marito di una trevigiana in ferie sempre a Jesolo. (m.cit.)