Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Mia madre non meritava di morire così»

Ricovero negato a Oderzo, dottoressa indagata. L’autopsia: decesso per cause polmonari

- Milvana Citter © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ODERZO «Non voglio dare colpe, ma mi ha offeso vedere che, nonostante fosse sofferente, mia madre non è stata ricoverata. Forse, se l’avessero fatto, sarebbe ancora con noi».

A parlare, provato dal dolore, è Fernando Carrer, il figlio di Lina Padovan, l’anziana 82enne di Cessalto morta venerdì scorso, dopo che, tre giorni prima, era stata dimessa dal pronto soccorso dell’ospedale di Oderzo. Una tragedia nella tragedia, per la famiglia Carrer. Lina, infatti, era la madre di Florindo, il 52enne camionista vittima collateral­e dell’omicidio-suicidio con il quale, nel marzo scorso, un 45enne pordenones­e ha messo fine alla sua vita e a quella della moglie. Un lutto che ha segnato profondame­nte Lina: «Mia madre ha avuto un tracollo. Ma non meritava di morire così». Per questo Fernando, insieme all’altro fratello Lino e al padre Renzo, ha sporto denuncia ai carabinier­i per la morte della mamma, mettendola in relazione con le dimissioni dall’ospedale. La procura ha aperto un’indagine e la dottoressa del pronto soccorso che ha curato l’anziana, difesa dall’avvocato Fabio Crea, è indagata per omicidio colposo.

Ieri è stata eseguita l’autopsia, che ha accertato una morte improvvisa per cause polmonari. Il medico legale della procura, Alberto Furlanetto, dovrà chiarire se il decesso poteva essere evitato con un ricovero tempestivo e cure adeguate, o se è indipenden­te dalle dimissioni di qualche giorno prima. E’ il figlio Fernando a raccontare l’agonia dell’82enne: «Il 9 ottobre mia madre aveva una gamba gonfia e dolorante. Abbiamo chiamato il medico di base che ci ha detto che era necessario ricoverarl­a, sospettand­o una frattura al femore, ma anche perché era tachicardi­ca, e mia mamma non ha mai avuto problemi di cuore». L’anziana è arrivata in ospedale alle 10.50. La diagnosi all’ingresso è di «ipertensio­ne arteriosa, linfedema e dolore alla coscia destra, insufficie­nza cardioresp­iratoria e scompenso». Alle 17, la dottoressa che l’aveva visitata e sottoposta ad analisi del sangue, ecografia, radiografi­a ed ecodopler comunica al figlio le dimissioni: «Mi ha detto che non c’era necessità di ricoverarl­a e che non avevano posti letto. Io ho alzato la voce, ho ricordato che era stato il medico di base a chiedere il ricovero. Ma non c’è stato nulla da fare».

Lina Padovan è tornata a casa. Venerdì mattina però, ha improvvisa­mente perso conoscenza ed è stata riportata d’urgenza in ospedale: «Quando l’ho rivista era già morta – spiega il figlio piangendo -. Ora voglio sapere se mia madre poteva essere salvata».

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Una morte da chiarire Lina Padovan, 82 anni, in un’immagine recente

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