Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Stalking sulla figlia, colpo di scena in aula: «Non è stata mamma»
ZENSON DI PIAVE A processo per stalking nei confronti del marito e della figlia, all’epoca minorenne. Ma a difendere la mamma in aula è proprio la ragazza, che ai giudici ha detto: «La mamma mi vuole bene, infatti vivo con lei».
La vicenda, approdata ieri in tribunale a Treviso, vede protagonista una famiglia ormai disgregata e una figlia che finisce al centro delle liti, furiose, tra i genitori. La donna, 54 anni, difesa dall’avvocato Giuseppe Muzzupappa, è imputata di stalking, violazione di domicilio e minacce nei confronti dell’ex marito e della figlia. I fatti iniziano nel 2012, quando la figlia aveva 14 anni, e continuano almeno fino al 2015. Marito e moglie si lasciano in un clima rancoroso, e l’uomo con la figlia si stabilisce poco distante dalla casa coniugale. Così sarebbe iniziata la persecuzione da parte della 54enne che, secondo l’accusa, se la sarebbe presa non solo con l’ex marito ma anche con la figlia. Abituali e sistematiche ingiurie, minacce di morte e molestie continue che, secondo il capo d’imputazione, sarebbero sfociate anche in violenze fisiche nei confronti della ragazza. Nel marzo del 2015 la donna, secondo quanto le contesta la procura, sarebbe entrata nel giardino dell’abitazione della suocera, contro la volontà della stessa, e l’avrebbe pesantemente insultata e minacciata, dicendole «Ti do fuoco alla casa».
In quell’occasione si sarebbe poi accanita contro la figlia, picchiandola violentemente. La ragazzina, infatti, era dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso e aveva riportato lesioni guaribili in 5 giorni. Erano quindi seguite le denunce e l’avvio dell’indagine che ha portato alla sbarra la 54enne.
Ma nel processo è arrivato il colpo di scena, con la presunta parte offesa che dice di non esserlo: «La mamma non mi picchiava. Litigavano tra di loro. Io non c’entro. E ora vivo con lei». Il processo è stato aggiornato al 10 novembre per la sentenza.