Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il giurato Honsell «Ecco l’algoritmo per trovare il partner»

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«C’è molta letteratur­a matematica dilettevol­e che, tra le righe, parla d’amore…». Genovese, classe ’58, matematico, ex professore e rettore, oggi politico (è sindaco di Udine), Furio Honsell ha parlato di matematica a «Che tempo che fa» ed è tra i giurati che sabato, alle 18, al Teatro Nuovo di Verona, decreteran­no il vincitore del premio «Scrivere per Amore». «Ci sono molte pagine di matematica che prendono spunto dal tema della scelta. “Qual è l’algoritmo migliore per scegliere il partner?”. Se la domanda è questa io non credo esista una risposta - dice Honsell Però esistono tanti problemini abbastanza divertenti con ambientazi­one amorosa. Tipo, la principess­a che deve scegliere il partner migliore fra tre, che si presentano a lei uno dopo l’altro, e se ne scarta uno non può più ripescarlo. Viene da chiedersi quale sia la strategia migliore, no? Succede anche nella vita. Ci si presentano alcune opzioni che però non sono ripetibili all’infinito: allora bisogna cogliere il momento, sapendo che una volta che rinunci a un’opzione, quell’opzione è perduta per sempre». Honsell (in foto) è giurato della 22esima edizione del Premio, nato dal club di Giulietta presieduto da Giovanna Tamassia: a guidare la giuria il filosofo Umberto Galimberti, insieme a lui Honsell, l’antropolog­o Giorgio Manzi, il celebre disegnator­e veronese Milo Manara, l’ex capo della procura di Verona, Guido Papalia, e la scrittrice vicentina Mariapia Veladiano. Parliamo dell’unico premio italiano dedicato a libri che trattano il tema dell’amore e i titoli finalisti quest’anno sono Il principio della carezza di Sergio Claudio Perroni, Un solo paradiso di Giorgio Fontana e Il giro del miele di Sandro Campani. La visione della scrittura d’amore secondo i tre finalisti? Sottolinea Perroni che «scrivere per amore in realtà è sinonimo di scrivere, cioè esprimere ciò che si prova». Riflette Giorgio Fontana: «Uno dei requisiti per scrivere d’amore è di cedere alla sua ingenuità». E infine Sandro Campani: «Scrivere per amore dei luoghi, affinché siano personaggi, e per amore dei personaggi, finché diventino persone».

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