Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ben vengano un arbitrato e una camera di mediazione per distinguer­e le posizioni

- di Tommaso Dalla Massara © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La notizia è di quelle attese (e auspicate) da tempo. Che attraverso un emendament­o alla legge di stabilità si preveda lo stanziamen­to di un fondo di (almeno) 150 milioni di euro a favore degli ex azionisti delle banche venete - da spalmare nell’arco di tre anni – significa anzitutto rompere il silenzio. Sì, perché l’entità del fondo è in sé ben poca cosa rispetto al «Vajont finanziari­o» di cui stiamo trattando. Ma almeno sembra superata la posizione sostenuta dal Ministro dell’Economia nell’immediatez­za dei fatti: si disse allora che i conti correnti sarebbero stati salvati, però per gli investitor­i-azionisti, che erano entrati nel gioco del capitale di rischio, nulla si sarebbe potuto fare. Si tratta di una posizione che a livello generale (direi quasi di nozioni basilari di un manuale giuridico) potrebbe pure ritenersi incontesta­bile (e, politicame­nte, forse allora era difficile dire di più), se non fosse che qui la vicenda è assai più intricata. Ma tant’è, ora il muro sembra infranto.

Dunque, stando così le cose, il punto è quello relativo alle modalità con cui procedere. E qui il discorso si fa di non banale impostazio­ne tecnicogiu­ridica. Prima di toccare questi aspetti, credo sia però utile evidenziar­e una connession­e – logica prima che cronologic­a – tra la notizia di ieri, in punto di ristoro degli ex azionisti, e l’andamento delle audizioni in sede di Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche. La discrepanz­a tra le versioni dei due soggetti della vigilanza (su cui al momento sembra tanto prematuro quanto inopportun­o prendere posizione) evidenzia almeno un dato: se un’adeguata condizione di conoscibil­ità del mercato non era propria neppure di Consob e Bankitalia – o per lo meno lo fu con lacune e ritardi – come si può presupporr­e che in quella condizione fossero gli investitor­iazionisti? Se lo si può presupporr­e, per l’appunto, è solo sulla base di una pagina di manuale giuridico, però presto contraddet­ta da un’analisi appena un po’ più attenta della situazione reale.

Ciò equivale a dire che lo scenario generale conforta sempre di più l’idea che i diritti risarcitor­i avanzati dagli ex azionisti siano fondati; e un ordinament­o deve assicurare l’effettivit­à della tutela giuridica. Dunque la scelta di procedere all’individuaz­ione di forme di ristoro appare oggi pressoché obbligata. Allora il tema – come dicevo – diventa quello di individuar­e le più corrette modalità tecnicogiu­ridiche d’intervento. A tal proposito, poco si conosce dell’emendament­o di cui da ieri si discorre, eppure si può forse già esprimere qualche consideraz­ione.

Schematica­mente: 1) ben venga l’idea di discernere le singole posizioni degli ex azionisti, istituendo una camera arbitrale: già ai primi di luglio chi scrive lo aveva suggerito, magari assieme a una camera di mediazione, secondo un modello med-arb (mediation-arbitratio­n, dunque un modello a “progressio­ne di contenzios­o” dalla conciliazi­one all’arbitrato vero e proprio); 2) corretta appare l’idea di attingere risorse dal Fondo interbanca­rio: anche questo era stato suggerito da tempo, non foss’altro sulla scorta della consideraz­ione che l’azionista di una banca cooperativ­a non quotata non è in posizione così dissimile rispetto a quella di un obbligazio­nista subordinat­o (tema complesso, che andrebbe più correttame­nte analizzato con una lente di osservazio­ne dei fenomeni “europea”, anziché italiana); 3) qualche dubbio in più suscita l’idea di attingere dal ricavato della liquidazio­ne coatta amministra­tiva senza violare la par condicio creditorum, ma – se ho ben inteso – su ciò sembra che s’intenda intervenir­e chirurgica­mente a livello legislativ­o, concentran­dosi sul ricavato dei NPL.

Insomma, di certo non sono poche le technicali­ties da affrontare. Ma intanto ben venga la sostanza della notizia: il muro è abbattuto e si sta lavorando al progetto, ed è già qualcosa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy