Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Cazzullo: «Il cellulare ci cambia E può rappresentare un rischio»
Il giornalista a Palazzo Bomben: «Così influenza la nostra cultura»
TREVISO Se un bambino di quattro anni scrive la sua prima parola (storia vera) su un tablet, e scrive Youtube, siamo di fronte a una generazione ormai tutt’uno con la tecnologia ma che non ne conosce ancora limiti e pericolosità proprio perché è un trasferimento di dati quasi naturale. Una generazione di adolescenti che sa usarla ma deve da essa difendersi; adulti che spesso ne rimangono sommersi. Il libro di Aldo Cazzullo «Metti via quel cellulare» presentato venerdì sera alla Fondazione Benetton, racconta con un divertente e istruttivo dialogo tra padre e figli il rapporto odierno tra una persona e il suo cellulare: «È un trampolino per gettarsi nella rete e cambia la nostra cultura, fa tutto a pezzetti». Anche se quei pezzi aiutano la diffusione di informazioni, dalle notizie di cronaca alla musica classica. «Il telefonino è il nuovo educatore ma attenzione, le poesie di Ungaretti furono stampate in 80 copie, i balletti di Vacchi hanno milioni di visualizzazioni».
Conversando con il direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello, lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera ha evidenziato contraddizioni, vizi e virtù della nuova forma di relazioni sociali: i giovani a tavola ormai conversano con uno schermo e non con i familiari. «Ma il Nordest – ha sottolineato - è ancora l’area con la maggiore domanda di cultura e libri».