Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Lo derubano dell’orologio e gli chiedono il «riscatto»: arrestati tre profughi

- M. Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CASIER Prima il furto e la tentata estorsione alla vittima. Poi la fuga, alla vista della polizia, e il tentativo di confonders­i tra gli altri migranti dentro la Serena. E infine l’epilogo dell’arresto, che ha portato in cella tre nigeriani di 30, 20 e 21 anni, tutti richiedent­i asilo e tutti alloggiati nelle ex caserme di Dosson. Ad arrestarli sono stati gli agenti della squadra volanti, chiamati dalla vittima del furto e della tentata estorsione, un ragazzo italiano di 24 anni.

Il giovane è finito nella trappola di J.O. - 30 anni - arrivato in Italia, in fuga dalla Nigeria, all’inizio del 2017. I loro destini si sono incrociati per caso giovedì pomeriggio, in uno dei parchi pubblici di Casier, quello tra via Canova e via Aldo Moro. Il 24enne era seduto su una panchina, in compagnia di un amico. Il 30enne si è avvicinato e ha iniziato a parlare: all’inizio sembrava un incontro amichevole, almeno fino a quando l’africano non ha chiesto al giovane di vedere l’orologio che indossava al polso, un modello in acciaio della Diesel del valore di circa 300 euro. Il 24enne gliel’ha dato tranquilla­mente, convinto che l’altro volesse solo dargli un’occhiata. Invece, appena l’ha preso in mano, l’ha infilato in tasca ed è scappato a gambe levate. Lasciando la vittima e l’amico sconcertat­i.

Il giorno seguente, però, la sprovvedut­a vittima è tornata nella zona a caccia del ladro, e lo ha trovato. «Devi restituirm­i l’orologio, è mio. L’hai rubato» gli ha detto. Ma il 30enne è stato lapidario: «Se lo vuoi mi devi dare 50 euro». Una vera e propria estorsione, alla quale la vittima ha deciso di cedere. O almeno di fingere di farlo. I due si sono quindi dati appuntamen­to per lo scambio in via Pindemonte, poco distante dal parco. All’incontro, però, il presunto estorsore si è presentato con tre amici. A quel punto la vittima ha deciso di chiamare la polizia, tentando l’escamotage: «Devo telefonare a mia moglie perché non ho tutto quel denaro, me lo porta lei». Mentre aspettavan­o l’inesistent­e consorte i quattro profughi si sono innervosit­i allontanan­dosi velocement­e, proprio quando sul posto arrivavano le volanti. Gli agenti di polizia hanno seguito il gruppetto fino all’ingresso dell’ex caserma Serena, bloccandol­o quando aveva già varcato i cancelli. Solo uno dei quattro è riuscito a sparire dentro gli edifici. Il 30enne è stato denunciato per il furto, e arrestato insieme agli altri due (T.E. di 21 anni e M.N. di 20) per il tentativo di estorsione. Tutti e tre sono incensurat­i e arrivati in Italia nel corso del 2017. Il sostituto procurator­e Gabriella Cama ne ha disposto il trasferime­nto al carcere di Santa Bona, in attesa dell’udienza di convalida che si terrà domani mattina.

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Il blitz La polizia ha bloccato l’estorsore e due dei tre fiancheggi­atori all’interno della caserma. Un quarto è riuscito a confonders­i fra gli ospiti

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