Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

M5s: «Miteni sapeva dal 2009, non disse nulla»

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La Miteni di Trissino conosceva i rischi di inquinamen­to e contaminaz­ione della falda dal 2005. In quell’anno, infatti, Miteni, allora controllat­a da Mitusbishi, chiese «la realizzazi­one di un’opera ci contenimen­to idraulico, una barriera, in grado di impedire la migrazione di contaminan­ti potenzialm­ente presenti nella falda» come si legge in uno studio affidato alla Erm Italia. «Ma la nuova proprietà, la Icig, sostiene di non esserne mai stata informata e di aver scoperto la contaminaz­ione da Pfas solamente nel 2013, dopo la relazione del Cnr attacca il capogruppo del M5s in Regione Jacopo Berti -. Peccato che nel 2009, quando Icig era già subentrata nella proprietà, la stessa Erm produca una seconda relazione, basata su indagini condotte nel 2008, in cui raccomanda di valutare il contenimen­to idraulico delle acque sotterrane­e e di migliorare la relazione con i pozzi industrial­i». E allora «perché Miteni all’epoca non diede comunicazi­one a Regione, Provincia e Comune della situazione di inquinamen­to rilevata, come previsto dal Testo Unico Ambientale? - chiede Manuel Brusco - perché hanno aspettato il 2013?». Berti è pronto a presentare un esposto alla Corte dei conti «perché il Testo Unico prevede una sanzione da 1.000 a 3.000 euro per ogni giorno di ritardo nella comunicazi­one alle autorità preposte, che con ogni evidenza con hanno controllat­o come avrebbero dovuto. Il reato si prescrive in 5 anni, quindi non resta che perseguire l’omessa comunicazi­one dal 2012 al 2013, che fatti due conti vale almeno 240 mila euro». (ma.bo.)

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