Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Natale in famiglia per Fabio Vettorel Può restare a casa fino a Capodanno
Fabio Vettorel è di nuovo a casa. Il giovane feltrino era stato arrestato lo scorso 7 luglio durante le manifestazioni contro il G20 di Amburgo. Dopo cinque mesi di carcerazione preventiva era stato rilasciato. Era il 27 novembre. Ieri pomeriggio ha preso l’aereo insieme alla madre Jamila Baroni, destinazione Venezia. Un regalo di Natale inaspettato da parte del tribunale tedesco che gli ha permesso di ritornare nella sua amata Feltre e di riabbracciare così parenti e amici. Ancora a inizio mese gli avvocati di Vettorel, Gabriele Heinecke e Arne Timmermann, avevano chiesto alla giudice tedesca di potergli far trascorrere le vacanze di Natale a casa. La risposta non era scontata. E non solo perché la maggior parte delle richieste effettuate dagli avvocati durante il processo erano state respinte. Il motivo più semplice si trova in due delle condizioni che Vettorel ha l’obbligo di rispettare da quando è uscito dal carcere: vivere con la madre ad Amburgo e fare una firma in questura tre volte a settimana almeno fino all’ultima udienza di un processo che lo vedeva imputato di «disturbo della quiete pubblica», mentre ora solo di non essersi allontanato dai luoghi della manifestazione. Il 14 dicembre la giudice ha accettato la richiesta degli avvocati di Vettorel e concesso un’autorizzazione scritta, togliendo così l’obbligo di firma in questura e di dimora ad Amburgo. Almeno fino al primo gennaio, data in cui madre e figlio dovranno ritornare nella città tedesca. «Siamo atterrati all’aeroporto di Venezia senza problemi – ha commentato a caldo Jamila Baroni , la mamma–. Avevamo tenuto il segreto perché gli avvocati ci avevano chiesto di non parlarne con nessuno per prudenza. Siamo molto contenti, credo che sarà una cosa positiva soprattutto per Fabio». Il giovane feltrino aveva nominato la sua città nell’unica dichiarazione rilasciata durante il processo. Era l’udienza del 7 novembre. Vettorel aveva deciso di spiegare ai giudici le motivazioni che lo avevano spinto a manifestare contro il G20. «Ho pensato alla mia terra, a Feltre, il luogo dove sono nato, cresciuto e dove voglio vivere – aveva affermato Fabio –. La cittadella medioevale è incastonata come una gemma nelle Prealpi orientali. Ho pensato alle montagne che al tramonto si tingono di rosa. Ai bellissimi paesaggi che ho la fortuna di vedere dalla finestra di casa. Alla bellezza che travolge questo luogo». Quella volta aveva nominato la sua città per sottolineare il contrasto tra la bellezza della natura e la violenza dell’uomo nei suoi confronti. Ora potrà apprezzarla di nuovo perché da ieri sera è a Feltre. «Restiamo fino al primo gennaio – ha concluso la Baroni –. Fabio è molto felice di essere tornato. In questo periodo rimarrà dal padre. Rivedrà sicuramente amici e parenti ma deciderà di giorno in giorno cosa fare. Questa è la cosa più bella».