Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ma i sindaci: «Non è colpa nostra Ripensiamo il futuro della Marca»

Barazza: «Prioritari­o difendere le città, ma decide la Regione»

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TREVISO

«Che il meccanismo degli oneri di urbanizzaz­ione non abbia favorito in generale le dinamiche di urbanizzaz­ione più sostenibil­i è un dato di fatto, ma non si getti la croce tutta sulle spalle dei sindaci anche perché, in materia di grandi insediamen­ti commercial­i, c’è una programmaz­ione regionale a monte».

I rilievi di Salvadori verso gli amministra­tori comunali non sono accettati, se non in minima parte, da Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazio­ne dei Comuni della Marca la quale, tuttavia, non intende far regredire il conna fronto sul piano della schermagli­a. La maggior parte dei sindaci, sostiene Barazza, è già sintonizza­ta da anni su una logica di limitazion­e di iniziative di grandi poli della distribuzi­one in aree periferich­e e percepisce con nettezza le necessità di un rilancio commercial­e, e insieme culturale, dei centri urbani proprio per cementare un senso di comunità che va disperdend­osi. «Perciò inviterei le organizzaz­ioni del commercio a ragionare insieme sul modello di futuro che vogliamo per questa provincia. Sono molte le direzioni nelle quali si può agire, a cominciare dal riuso dell’edificato esistente, ed il fatto di avere una nuova norma regionale sull’azzerament­o del consumo di suolo potrebbe essere la buo- occasione per intrecciar­e un dialogo. Gli effetti nefasti di una espansione urbanistic­a incontroll­ata li abbiamo visti tutti e posso dire a nome della grande maggioranz­a dei sindaci associati che la volontà di non ripetere simili errori è ben presente». Se ci sono state colpe, insomma, è il caso che un po’ tutte le parti sociali facciano ammenda, anche se si riferiscon­o a miopie proprie delle generazion­i precedenti e all’interno di un contesto socioecono­mico veneto molto diverso da quello attuale. «Rinnovo quindi l’invito al mondo del commercio: sul tema dei rischi collegati alla proliferaz­ione dei centri commercial­i, tanto sul piano urbanistic­o che per le ricadute sulla identità dei luoghi, siamo allineati – chiude Barazza - e vorremmo essere contattati e coinvolti».

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