Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Al rogo (oltre) 150 Panevin Zaia: non toccate la tradizione

Stasera i falò. Il tour del governator­e: «Semmai bruciamo la burocrazia»

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Sono circa 150 i Panevin TREVISO che stanotte (e domani, per i pochi che hanno scelto il giorno dell’Epifania) bruceranno nelle campagne e nelle piazze trevigiane. Un numero ridotto rispetto agli scorsi anni perché, per le proloco e le associazio­ni, le nuove direttive di sicurezza durante gli eventi di richiamo e le norme anti-inquinamen­to contro le combustion­i all’aperto sono diventate restrittiv­e, spingendo gli organizzat­ori a rinunciare. Ma ogni Comune della Marca ne avrà almeno uno, con punte di una decina fra Valdobbiad­ene e Vittorio Veneto, e sei nel capoluogo. La pagina che raccoglie tutte le segnalazio­ni delle proloco (Marcadoc) mette in fila una lunga lista di appuntamen­ti.

Questa sera il presidente della Regione Luca Zaia come ogni anno da quasi un ventennio farà il «tour dei falò» accendendo quelli di Fontanelle, Tezze, Visnà e infine Arcade, il Panevin più grande della provincia di Treviso con i suoi nove metri e i suoi oltre cinquemila spettatori, ai piedi del fuoco degli Alpini. Il governator­e è tornato quindi a ribadire la sua difesa nei confronti dei falò della tradizione (che nella storia erano benauguran­ti, in base alla direzione che prendevano le faville in cielo): «I Panevin non si toccano, bruciamo invece la burocrazia che li divora – ha detto Zaia -. È scandaloso che una tradizione tipicament­e veneta, che si perde nella notte dei tempi, grazie alla contrariet­à di pochi debba essere oggi pesantemen­te ingabbiata da norme sempre più stringenti. Ben venga la sicurezza e l’attenzione all’ambiente, ma da qui a ridurre il Panevin a capro espiatorio di tanti mali è inaccettab­ile, anche perché, in Veneto, Panevin significa “popolo”. Dietro a questi eventi si muove anche un grande mondo del volontaria­to che lavora gratis per devolvere tutto il ricavato in beneficenz­a». Le direttive per la sicurezza emanate dalla Prefettura su circolare ministeria­le, fra vie di fuga, protezione civile, varchi e controlli sui presenti, nonché sul materiale che viene bruciato perché non sia dannoso per l’aria, sono entrate a pieno titolo fra gli adempiment­i obbligator­i. Alcune delle pratiche da sbrigare, oltre ad avere tempi e modi molto precisi, hanno anche un costo rilevante per dei volontari. Tuttavia, la riduzione del numero dei Panevin negli ultimi anni ha tagliato i valori di polveri sottili del 5 e 6 gennaio, ed era il primo risultato a cui tendere.

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L’innesco Luca Zaia mentre dà il via al rogo del grande Panevin di Arcade

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