Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conte e De Checchi: «Batteremo Manildo»
Presentata l’alleanza Lega-Forza Italia: «Noi complementari». L’azzurro sarà vice. Gobbo: «Farò da garante»
TREVISO Due candidati sindaco diventano uno e il centrodestra riparte da un accordo che lancia il leghista Mario Conte in ticket con l’azzurro Andrea De Checchi per sfidare il centrosinistra di Giovanni Manildo. L’alleanza è stata ufficializzata ieri sera alla presenza dei luogotenenti di Lega e Forza Italia a Treviso: correranno insieme alle comunali.
L’accordo è nato su scala regionale con il «passo di lato» di De Checchi, che era stato lanciato due mesi fa dai forzisti come candidato. «Non è difficile quando ci sono stima, amicizia e convinzione, abbiamo trovato la sintesi». E Conte: «Non siamo alternativi ma complementari».
Continuare a rimanere divisi, considerato che a livello nazionale c’è l’accordo, non aveva più senso secondo il segretario regionale del Carroccio Gianantonio Da Re: « I l buon governo è più importante delle aspirazioni personali – ha detto -. Abbiamo avviato un percorso, crediamoci, riconquisteremo Treviso».
Sindaco e vice
Come nel 2013, il tandem per Treviso è sindaco leghista e vicesindaco azzurro. «La nostra proposta sarà di livello – ha spiegato Mario Conte -. Il programma si concentrerà molto su temi culturali e sullo sviluppo del turismo. Ovviamente avranno grande rilievo la sicurezza e i quartieri, che esprimono esigenze diverse dal centro e ci chiedono infrastrutture e servizi. Vogliamo soddisfare tutti i cittadini a 360 gradi». Il grande nemico, ricorda, è l’astensionismo: «Nel 2013 il 40% dei trevigiani non è andato a votare, anche per colpa nostra. Dobbiamo riportare i cittadini a credere nei loro amministratori». Il confronto politico e programmatico ha consentito di trovare la quadra: «Non c’era più motivo di non essere compatti per l’obiettivo di mandare a casa un’amministrazione di sinistra che riteniamo non abbia governato bene» ha aggiunto De Checchi.
Accanto a loro i segretari provinciali della Lega Dimitri Coin e di Forza Italia Fabio Chies, il segretario regionale degli azzurri Adriano Paroli e Gian Paolo Gobbo, padre fondatore della Liga Veneta: «Andrea è stato mio assessore, io sono stato l’ultimo sindaco di centrodestra di Treviso e sono il garante di questa alleanza. Così si vince».
Il nodo Genty
Rimane da sciogliere quel nodo che si chiama Giancarlo Gentilini, che ha rifiutato l’accordo con la Lega e dopo oltre vent’anni si profila come un avversario. Da Re tiene uno spiraglio aperto: «Aspettiamo le politiche, c’è ancora tempo per le elezioni comunali. Lo spazio per una figura come Gentilini c’è sempre».
Insomma, nonostante due anni di liti furiose ancora nulla è dato per perso. De Checchi si mette a disposizione: «Se posso aiutare per unire il centrodestra sono pronto. Ho avuto la scuola di due grandi sindaci, Gentilini e Gobbo». Conte vuole iniziare a correre e battere i quartieri per pre- sentare il programma: «I tempi cominciano a stringere, ma chi vuole sposare il nostro progetto si faccia avanti». In sostanza, «porte aperte a tutti coloro che vorranno mandare a casa questa sinistra, Manildo e il Pd».
I sondaggi
Il deputato di Forza Italia Renato Brunetta, ha riportato sondaggi favorevoli al centrodestra in Veneto, che arriverebbe addirittura il 54% alle elezioni del prossimo 4 marzo: «Abbiamo chiuso il programma nazionale, il Quadrifoglio vincerà tutti i collegi in questa regione».
I manifesti
Ieri Conte ha anche mostrato per la prima volta i manifesti che lo accompagneranno in campagna elettorale fino alla data probabile del voto, il 27 maggio (con eventuale ballottaggio due settimane più tardi): nessun simbolo, per il momento, ma uno sfondo azzurro e un sorridente candidato sindaco in camicia bianca e cravatta nera. Un manifes to f re s co, molto pop. Ora non resta c he a s pet t a re le mosse del centrosinistra in vista della corsa, agguerritissima, per Ca’ Sugana.
Da Re Il nostro obiettivo è uno solo: governare bene. Ce la faremo
Conte Punteremo su cultura, sicurezza e quartieri, troppo trascurati