Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bio, naturale e senza fitofarmaci In crescita il mercato del vino
Le bottiglie prodotte in montagna sempre più richieste dagli chef stellati
Viti resistenti Fioriscono più tardi evitando così le gelate tardive
BELLUNO Vini con un mercato di nicchia. È questa la nuova frontiera della viticoltura «made in Belluno». Le loro etichette sono nella carta dei vini di ristoranti stellati, come il Laite di Sappada, il Tivoli di Cortina d’Ampezzo o nomi di cucine importanti come il Dolada di Pieve d’Alpago o la Locanda San Lorenzo di Puos d’Alpago.
Sono 147 gli ettari di vigneti presenti nel Bellunese, una sessantina dei quali appartengono produttori t re vi gi ani che si sono espansi nella provincia più vicina per perseguire il metodo tradizionale. Il vino biologico, invece, è un fenomeno in crescita costante: nel Bellunese sono quattro le aziende certificate. Sempre di più, invece, i piccoli produttori che piantano viti resistenti o che adottano il metodo naturale – ecologico limitando l’utilizzo di fitofarmaci, per una questione di costi, ma soprattutto di filosofia legata alla purezza dell’ambiente.
L’aspetto più curioso è che sempre più donne si dedicano alla viticoltura, nel Bellunese, perché è un’attività che permette di conciliare famiglia e lavoro. Un adi loro è Maddalena De Mola di Ti - gnes, in Alpago, che rifornisce anche ristoranti stellati. «Abbiamo un ettaro e mezzo e l’azienda è stata avviata nel 2013 – racconta – . Siamo sul mercato da due anni, produciamo Pinot grigio e dalla prossima primavera anche Pinot nero. Non ci siamo certifi- cati bio, non ci interessa il marchio, ma solo rispettare l’ ambiente: lavoriamo il vigneto amano, grappolo a grappolo. I trattamenti sono tutti a base di prodotti sostenibili».
Tra San Gregorio nelle Alpi e Bolzano bellunese, invece, lavora le sue «viti resistenti» Filippo De Martin. Queste viti non hanno bisogno di pesticidi chimici e sono più che idonee al clima di montagna perché - tanto per fare un esempio - fioriscono più tardi, evitando così le gelate tardive, e maturano poco prima del freddo autunnale. «Quest’anno ho messo in vendita l’annata 2014-15 – racconta con soddisfazione – e sono uscito con due vini: uno spumante e un survie. Coltivo varietà resistenti, come il Bronner e il Solaris». Anche per lui il mercato è di nicchia, si parla del Bistro Bembo, del ristorante da Casimiro a Sospirolo, all’Enoteca contemporanea di Feltre e la Locanda San Lorenzo.
E se i produttori si danno da fare, le associazioni di categoria stanno al passo, Paolo Bardin è il presiedente dell’ Anga (associazione giovani agricoltori ).« Il fenomeno delle viti resistenti è presente a macchia di leopardo. Il vino che viene prodotto è spesso di nicchia, ma c’è bisogno di creare un’identità attorno ad esso. Si sta pensando anche ad una piccola cantina sociale per agevolare i produttori».