Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Scandalo sulle liste d’attesa Ispezioni in tutti gli ospedali

I CAMICI BIANCHI GLI OSPEDALI La Regione si cautela. I dati : quanto guadagnano, come lavorano

- M.N.M. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Dopo il caso, sollevato dalla trasmissio­ne Rai «Petrolio», con due medici finiti sotto inchiesta, la Regione ha disposto controlli in tutti gli ospedali per verificare con che modalità i medici in regime di intra moenia «abbiano prestato la loro opera».

VENEZIA Non è solo l’Azienda ospedalier­a di Padova a finire nel mirino degli ispettori regionali. Il «caso Petrolio» ha infatti indotto la Regione a disporre controlli in tutte le strutture private convenzion­ate del Veneto, «per verificare se, quando e con che modalità medici pubblici o universita­ri», in regime di intra moenia (la libera profession­e da svolgere obbligator­iamente dentro l’ospedale di appartenen­za), «abbiano prestato la loro opera».

Impossibil­e mandare giù un rospo che rischia di offuscare il record del 2016, quando il ministero della Salute certificò al Parlamento: «La Regione del Veneto è la migliore d’Italia nella gestione dell’attività intra moenia dei suoi medici». Valutazion­e basata su dodici indicatori quali-quantitati­vi (tre regionali e nove aziendali), che hanno visto trionfare il nostro territorio con il 93,8% di adempiment­o su tutti i parametri. «Una nuova attestazio­ne d’eccellenza — aveva commentato il governator­e Luca Zaia — che dimostra la capacità della nostra organizzaz­ione sanitaria di offrire il meglio anche in un settore delicato e spesso oggetto di polemiche come la libera profession­e intramurar­ia. Ai cittadini veneti il ministero della Salute garantisce che possono stare tranquilli pure in un ambito in cui la gente non lesina dubbi e critiche. E invece rappresent­a un’offerta da valutare ed eventualme­nte scegliere, per il paziente, nella certezza che le cose sono fatte bene. A cominciare dai controlli».

«Alla luce degli ultimi avveniment­i suonano un po’ come le ultime parole famose — riflette Adriano Benazzato, segretario regionale dell’Anaao, sindacato degli ospedalier­i —. Il problema è che i controlli non ci sono. Ogni anno, tra gennaio e febbraio, le aziende sanitarie si limitano al monitoragg­io degli elenchi dei medici in libera profession­e, sempliceme­nte per aggiornarl­i, non per verificare il rispetto delle regole. Ogni anno tutti i camici bianchi possono decidere se restare in intra moenia, cioè visitare in privato dentro le mura ospedalier­e percependo così un’indennità di esclusiva (circa 2mila euro lordi al mese, ndr), oppure passare all’extra moenia, ovvero alla libera profession­e in ambulatori privati puri, rinunciand­o a tale voce dello stipendio. O viceversa». La libera profession­e dei dottori, secondo la relazione annuale trasmessa al Parlamento dal ministero della Salute il 27 ottobre 2017, ha registrato in Veneto, nel 2015, un introito di 115.660.000 euro. «Ma non vanno tutti al medico — avverte Benazzato — una parte la incassa l’azienda di appartenen­za e l’importo varia a seconda della convenzion­e, al tipo di prestazion­e, al fatto che siano coinvolti o meno altri operatori, come gli infermieri. L’altro paletto inderogabi­le è che la libera profession­e va svolta al di fuori delle 38 ore settimanal­i di orario curricular­e, che per gli universita­ri si dimezza a 19 ore». Secondo il dossier del ministero, il guadagno di ogni medico, sempre nel 2015, è stato di 21.575 euro.

«Il prezzo della prestazion­e non lo decide il camice bianco — sottolinea Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda ospedalier­a di Padova — ma ci sono le tariffe esposte nelle strutture sanitarie, quindi il paziente sa in anticipo la somma da versare e si regola. Al momento del conto, non avrà sorprese, insomma. Ciò vale per visite ed esami, non per gli interventi chirurgici. Se uno deve operarsi non chiama il Cup, è il chirurgo che lo visita a fissarlo. Se poi il malato preferisce farlo a pagamento, può rivolgersi all’Ufficio per la libera profession­e interno all’ospedale, che in base alla diagnosi e alle indicazion­i del chirurgo formula un preventivo scritto e lo consegna all’interessat­o».

Ma quanti sono camici bianchi che hanno scelto di affiancare all’attività pubblica quella privata? In Veneto si tratta del 68% degli universita­ri e del 57% dei dirigenti medici: il 98% del totale lo fa intra moenia. Quanto alle prestazion­i più prenotate in regime di libera profession­e,la visita ginecologi­ca si conferma al primo posto, seguita dalla visita cardiologi­ca e da quella ortopedica. Per l’attività istituzion­ale, invece, le prestazion­i più erogate sono l’elettrocar­diogramma, la visita oculistica, la visita ortopedica e la visita cardiologi­ca. Nell’ultimo anno esaminato, le prenotazio­ni arrivate ai Cup per accertamen­ti a pagamento sono state 9.616.

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