Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il presidente dell’Ordine: «I medici salvano le vite»
Simioni: «Non è giusto che la scorrettezza di pochi getti discredito su 400mila colleghi»
PADOVA Stava aspettando l’apertura dell’inchiesta giudiziaria, l’Ordine dei Medici di Padova, per avviare un’indagine interna. «Convocheremo il professor Pietro Litta e la dottoressa Alessandra Andrisani per capire da loro come sono andate le cose — anticipa il presidente, Paolo Simioni — entrambi sono nostri iscritti. L’istruttoria si apre proprio con un colloquio con i due, che poi insieme alla ricostruzione dei fatti sarà illustrato alla Commissione Albo dei Medici, deputata a decidere se adottare o meno un provvedimento disciplinare. Quattro le misure possibili: avvertimento, censura, sospensione o radiazione, contro le quali però è ammesso il ricorso alla Commissione centrale esercenti professioni sanitarie e poi, eventualmente in Cassazione».
Evidente l’amarezza per l’accaduto. «Ci possono essere casi, non pochissimi ma nemmeno così diffusi, che fanno male al sistema — ammette Simioni — ma ricordiamoci che ogni mattina 400mila medici italiani si alzano per andare a salvare delle vite. Non è giusto gettare discredito su tutti per gli errori di qualcuno. So che purtroppo il male fa sempre più rumore del bene, ma le mele marce non devono vanificare il lavoro degli altri. I medici lavorano con serietà. L’Ordine esprime la ferma condanna di chi non rispetta le regole, saremo implacabili se sarà riconosciuta la colpa dei colleghi sotto inchiesta».
Fatto sta che ieri, in Clinica ostetrica, si respirava un’aria avvilita, soprattutto tra gli specializzandi. Litta è infatti anche il direttore della Scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Padova. «Non faccio che ricevere messaggi — ha confidato un giovane dottore a un superiore — tutti ironizzano, accusano, mi dicono: complimenti, che bel reparto e che direttore!». Dal canto suo l’Azienda ospedaliera è pronta a rimpiazzare i due ginecologi qualora il Comitato dei garanti stabilisse la rottura della convenzione, ricorrendo a una riorganizzazione interna. «Non so se basterà a riportare un po’ di serenità — confida un camice bianco tra i più «anziani» — tutti noi facciamo i salti mortali per portare a termine il nostro lavoro nel migliore dei modi, assistere le pazienti, garantire qualità alle cure. Siamo contati, ma ce la mettiamo tutta, operiamo con passione, e come noi gli infermieri e le ostetriche. Poi però l’attenzione si concentra su persone che non hanno certo a cuore l’interesse del malato. E’ scoraggiante».
Simioni Saremo implacabili con chi va contro il nostro mandato