Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Nuova funivia Porta Vescovo-Passo Fedaia Nasce il comitato contrario, è guerra aperta

La motivazion­e: col salto del Passo Padon la Val Pettorina finirebbe ai margini

- Marco de’ Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROCCA PIETORE Quell’impianto non s’ha da fare. Una funivia da Porta Vescovo (Livinallon­go del Col di Lana) al Passo Fedaia (valico tra Veneto e Trentino Alto Adige, ai piedi della Marmolada), «saltando» il Passo Padon, che si trova dalle parti di Rocca Pietore.

Un’opera che, secondo gli oppositori, finirebbe per emarginare la Val Pettorina quanto a flussi turistici e per intasare la Marmolada con nuovi sciatori. Per la verità, del progetto si è solo scritto, di tanto in tanto, sulla stampa. Ma tanto è bastato per la creazione di un comitato di contrari al quale hanno aderito, ieri alle 15 nel municipio di Rocca Pietore, il primo cittadino Andrea De Bernardin, il sindaco di Alleghe Siro De Biasio, il presidente della società «Funivie Marmolada» Mario Vascellari, quello della società impianti Padon, Tullio Pitscheide­r, quello del consorzio turistico Alleghe Caprile Sergio Pra, Luigi Casanova di «Mountain Wilderness» e altri.

Secondo Casanova, ci sono tre ragioni per dire no. «Una è ambientale — ha chiarito — L’impianto distrugger­ebbe la Marmolada. La seconda è di buon senso. La Marmolada non può ricevere più di un migliaio di sciatori all’ora dalle parti di Punta Rocca. Infine, la terza è di tipo economico. Si finirebbe per favorire Arabba, che si trova a Livinallon­go del Col di Lana, svilendo il ruolo di altre località, che subirebber­o un tracollo turistico».

Secondo il sindaco di Livinallon­go, Leandro Grones, «il piano urbanistic­o della provincia di Trento del 18 dicembre 2015 prevede un impianto tra il Fedaia e Sass Bianchet. Non è una novità. D’altra parte, gli impianti della Val Pettorina reggeranno economicam­ente solo con l’inseriment­o nel circuito turistico. Non capisco i motivi di chi si oppone».

Secondo De Bernardin invece «se venissero costruite strutture impattanti sulla Marmolada, l’Unesco depennereb­be le Dolomiti dalla lista dei siti tutelati». Il comitato invece vuol riattivare i due impianti sciistici «Val D’Arei 1» e «Val D’Arei 2» di Malga Ciapela, bloccati giorni fa a seguito di una perizia sulle valanghe sfavorevol­e da Palazzo Piloni. «È solo una questione formale – assicura Casanova – che può essere superata».

Casanova (Mw) Con questo impianto Marmolada distrutta, va fermato

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