Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’accusa del pm «Cantieri insicuri, operai come birilli»
VENEZIA «Questo processo ha scoperchiato una situazione di scarsa sicurezza dei cantieri stradali. Chiunque viaggia assiste quotidianamente allo “spettacolo” di “omini” che attraversano le strade dove sfrecciano i mezzi sperando di non diventare dei birilli. La Cav si è difesa dicendo che fanno tutti così. Intanto gli operai muoiono e continuerà così se non cambia qualcosa». Una requisitoria accalorata, un atto di accusa pesantissimo. Ieri pomeriggio il pm Giorgio Gava ha chiesto quasi sette anni di carcere complessivi nei confronti di tre dirigenti o ex di Cav, la società di gestione del Passante di Mestre, e dei tre titolari della De Zottis di Breda di Piave, l’impresa per cui lavoravano i due operai trevigiani Francesco Villacci e Mauro Camerotto, travolti da un camion e morti mentre effettuavano lavori di pulizia il 29 luglio 2014: un anno e 4 mesi per l’ex ad di Cav Eutimio Mucilli e per il direttore tecnico Sabato Fusco; un anno per Chiara Bottan, che era il direttore dell’esecuzione del contratto, e per Luigi, Nicola e Vanni De Zottis, padre e figli, tutti accusati di omicidio colposo aggravato dalle violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Assoluzione invece per altri due dipendenti della De Zottis, i trevigiani Gianni Sartori e Roberto Tomasi. Sotto accusa anche le due aziende, per le quali è stata chiesta una sanzione pecuniaria di 64 mila euro e il divieto di pubblicizzare beni e servizi per tre mesi.
Quel giorno un camionista, il milanese Giuseppe Cavaliere, aveva sbandato all’altezza di Spinea, tamponando violentemente il furgone a bordo del quale si trovavano i due operai, che morirono sul colpo. Il pm Gava ha ammesso che tutto è nato da un errore umano (e infatti il responsabile aveva patteggiato un anno e 8 mesi quasi subito), ma ha spiegato che quel «cantiere mobile» di pulizia delle carreggiate aveva dei «rischi macroscopicamente evidenti». «L’unica protezione era un furgone che giammai avrebbe potuto assorbire l’energia cinetica di un mezzo pesante lanciato a 90 chilometri all’ora - ha spiegato Come si può immaginare di esporre lavoratori con protezioni solo apparentemente idonee a proteggerli? E’ inaccettabile». Nel corso del processo erano state mostrate anche delle foto sul cantiere. «Immagini sconcertanti in un’epoca in cui si parla tanto di cultura della sicurezza sul lavoro», ha commentato il pm.Il magistrato ha sottolineato che dovrebbero essere previste una tassativa limitazione della velocità e una maggiore automazione.