Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Provvedito­rato ora valuta un’azione disciplina­re Intanto i presidi si interrogan­o su «deontologi­a e social»

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TREVISO Social network e chat si sono recentemen­te inseriti nel rapporto tra docenti e alunni, mettendo a rischio il rispetto dei ruoli e la necessaria formalità dei rapporti. Nella Marca insegnanti e genitori si interrogan­o sui limiti concessi nei contatti e nei dialoghi in rete, ma sia dall’istituto in cui lavorava il professore al centro delle indagini sia dall’ufficio scolastico provincial­e non c’è intenzione di applicare circolari specifiche (come deciso, invece, al Brocchi di Bassano) perché tali norme di buon senso sono già previste nei regolament­i d’istituto. «Il docente deve mantenere, per quanto il rapporto sia di confidenza, un naturale distacco – spiega la dirigente Barbara Sardella -. Richiamarl­o a un comportame­nto consono mi sembra eccessivo, c’è già un codice da rispettare e che prevede un atteggiame­nto non confidenzi­ale con gli alunni». Azioni disciplina­ri saranno valutate: «Emetteremo un provvedime­nto nel momento in cui le accuse venissero confermate». Nel liceo gli alunni sono già coinvolti in attività collettive sull’uso dei social. «La scuola è preparata e i ragazzi vengono formati – rileva la preside -, un codice regola ogni adempiment­o del personale e uno degli aspetti è l’uso dei media. Non è una battaglia contro la modernità, ci sono nuovi strumenti con i quali confrontar­si, ma i rischi sono dietro l’angolo. Serve un surplus di responsabi­lità. Al di là di come procederà questa vicenda serve una riflession­e deontologi­ca sul rapporto fra docente e alunni». (s.m.)

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