«Lei è la mia Sofiya» La mamma riconosce il corpo all’obitorio

TREVISO Tutti le avevano sconsigliato di farlo, perché quel corpo custodito all’obitorio dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso è purtroppo solo l’ombra di quello che era la sua Sofiya. Ma Valentiyna Sidash non ha ceduto e ha preteso di vederla un’ultima volta. Doveva vederla per convincere il suo cuore che davvero la figlia non c’è più. E nonostante quel corpo, martoriato dalle intemperie e dagli animali, non le abbia restituito l’immagine della donna bella e solare che era Sofiya, la mamma l’ha riconosciuta. Un dettaglio delle gambe le ha confermato che quel corpo era quello dell’amata figlia e che anche l’ultima speranza era cancellata per sempre.

«Era molto provata – spiega il suo avvocato Francesco Zacheo che le è sempre rimasto accanto insieme all’ex marito Antonio Zamattia -. Ma è una donna forte e ha saputo affrontare anche questo. Adesper so più che mai vuole giustizia per sua figlia. Vuole sapere chi l’ha uccisa e perché».

Le indagini sembrano portare a un unico sospettato, e cioè il compagno Pascal Albanese, morto suicida undici giorni dopo la scomparsa di Sofiya. Tra qualche giorno Valentiyna tornerà in Ucraina, riavere il corpo di Sofiya ci vorrà ancora del tempo: «La magistratura farà forse espletare ulteriori accertamenti e quindi dovremo aspettare» conferma Zacheo. Ieri intanto, nei laboratori dei Ris di Parma, sono iniziati gli esami sia sul materiale trovato sotto le unghie di Sofiya sia quelli per comparare il dna di madre e figlia e avere anche la conferma scientifica dell’identità della 43enne ucraina. Continuano intanto anche le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Treviso che, nei giorni scorsi, avrebbero anche risentito l’ultimo «amante» di Sofiya. Il medico radiologo di origine siciliana, con il quale la donna aveva da poco iniziato una relazione e per il quale sarebbe stata pronta a lasciare il compagno Pascal e chiudere le relazioni con gli altri uomini della sua vita.

Grande dolore Mamma Valentiyna