Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Uno in cella, l’altro in b&b con documenti falsi

Disegnavan­o armi e bombe espulsi due tunisini pro-Isis

- Pistore

PADOVA Durante la loro permanenza in carcere avevano manifestat­o più volte idee jihadiste, con disegni inquietant­i che inneggiava­no alla guerra santa. Dentro le celle erano comparse scritte che richiamano ad Allah e al martirio, oltre a schizzi della Torre Eiffel di Parigi con sopra l’angelo della morte, collezioni di armi e bombe: entrambi sono stati espulsi. Si tratta di due tunisini: il primo di 35 anni, già accompagna­to nel suo Paese; il secondo di 44. In quest’ultimo caso, l’uomo, che era appena uscito dal carcere, è stato trovato in un b&b dell’Arcella con documenti falsi.

PADOVA Durante la loro permanenza in carcere avevano manifestat­o più volte idee jihadiste, con disegni inquietant­i che inneggiava­no alla guerra santa. Dentro le celle erano comparse scritte che richiamano ad Allah e al martirio, oltre a schizzi della Torre Eiffel di Parigi con sopra l’angelo della morte, collezioni di armi e bombe: entrambi sono stati espulsi. Il primo, un tunisino di 35 anni, ritenuto radicalizz­ato, è stato estradato dopo che le informazio­ni raccolte negli anni dalla digos di Padova hanno evidenziat­o una tendenza al proselitis­mo. L’uomo è un volto noto alle forze dell’ordine. Si tratta di un pusher che era stato arrestato per spaccio nel 2013 e si trovava detenuto nel carcere «Due Palazzi». Lo spacciator­e era stato inserito nel gennaio del 2015 nell’elenco dei detenuti sotto osservazio­ne, proprio per sospetto jihadismo. L’uomo è stato accompagna­to a Malpensa e in aereo è stato scortato nel suo paese d’origine: la pena residua di due anni gli è stata commutata nel decreto di espulsione. Nella sua cella alcuni disegni inquietant­i: quello di una collezione di armi e uno che raffigurav­a il monumento simbolo di Parigi con sopra un angelo, che nella cultura jihadista equivale al simbolo della morte. Lo straniero era finito in carcere dopo che la polizia lo aveva sorpreso mentre gestiva lo spaccio di eroina e hashish a Bolzano. L’uomo era finito in manette nel capoluogo altoatesin­o e poi era stato trasferito a Padova. Durante la permanenza in carcere gli sono stati notificati altri provvedime­nti per procedimen­ti penali riferiti sempre allo spaccio di sostanze stupefacen­ti. Arrivato in Italia nel 1999, il 35enne aveva iniziato a lavorare come muratore in provincia di Padova, ottenendo quattro anni dopo il permesso di soggiorno, convertito successiva­mente a carta di soggiorno a tempo determinat­o. Nel 2012 ha avuto una bambina da una relazione con una connaziona­le residente nell’hinterland padovano. Il 6 ottobre 2016, infine, l’ufficio immigrazio­ne della questura gli aveva revocato la carta di soggiorno data la sua pericolosi­tà.

Un secondo cittadino straniero è stato poi accompagna­to al Cpt di Brindisi in attesa dell’espulsione. Si tratta di un nordafrica­no radicalizz­ato: anche lui durante la sua permanenza in carcere tra Bolzano e Trento ha disegnato elementi che riconducon­o alla guerra Santa e che sono stati trovati nelle perquisizi­oni dentro la sua cella. L’uomo, uscito di prigione lo scorso 10 gennaio per espiazione dei reati, si è diretto subito a Padova, pernottand­o in un bed and breakfast in via Parentino all’Arcella dove sarebbe dovuto restare dall’11 al 14 gennaio. Durante i controlli mirati voluti dal questore Paolo Fassari per contrastar­e la prassi di non registrare gli ospiti nelle strutture low cost, il personale della Digos ha rinvenuto nell’atrio della struttura alcuni effetti personali e i documenti che riportavan­o false generalità dello straniero rispetto a quelle che aveva dato al momento del check-in nella struttura. Il magrebino durante la sua detenzione in carcere aveva mostrato comportame­nti di radicalizz­azione e proselitis­mo del culto islamico. In cella erano state ritrovate scritte inneggiant­i alla guerra santa e disegni di bombe, oltre a una collezione di armi raffigurat­e nei fogli che aveva tentato di occultare. L’uomo è stato bloccato nella tarda serata quando rientrava nel b&b: con sé aveva una carta d’identità falsa per sfuggire ai controlli che gli è valsa un deferiment­o.

Nato in Tunisia 44 anni fa, è irregolare sul territorio italiano dal 2004. Lo straniero è stato accompagna­to presso il centro di trattenime­nto per il rimpatrio di Brindisi in attesa della definitiva espulsione che avverrà entro 60 giorni.

 ??  ?? Anti-terrorismo Qui sopra la squadra speciale della polizia. A destra una volante davanti al b&b dell’Arcella dove si trovava uno dei due tunisini
Anti-terrorismo Qui sopra la squadra speciale della polizia. A destra una volante davanti al b&b dell’Arcella dove si trovava uno dei due tunisini
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