Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lo scialpinista si è schiantato contro gli alberi
Feltre: trovato morto Stefano Mottes scomparso giovedì. Era finito in un canalone
FELTRE Quando è stato avvistato dall’elicottero di «Trentino emergenza» era già morto. Stefano Mottes, 47 anni e residente ad Anzù, è stato trovato ieri mattina alle 8.10 in Vallon Della Cavallara. Inutili i soccorsi.
L’allarme per la sua scomparsa era scattato giovedì pomeriggio. L’uomo aveva trasportato al Passo del Brocon (nel Trentino orientale) i ragazzi dello Ski team «Vallata feltrina» per un allenamento. Nell’attesa si era regalato una breve escursione di scialpinismo sul Lagorai. La sua meta sarebbe stata Cima Cavallara a poco più di 2.200 metri d’altitudine. Al pulmino che aveva guidato per portare la squadra però non è mai tornato.
Le ricerche, cominciate subito e proseguite per tutta l’altra notte, avevano coinvolto circa 50 persone tra uomini del Soccorso Alpino dell’area operativa Trentino orientale, i vigili del fuoco e la Guardia di Finanza. Alle prime luci dell’alba erano ripartiti in 40. Verso le 8 l’avvistamento del corpo dall’elicottero di «Trentino emergenza». Mottes è stato trovato morto in Vallon Della Cavallara. Secondo una prima ricostruzione l’uomo avrebbe perso il controllo degli sci e sarebbe finito in un canalone scivolando per un centinaio di metri e sbattendo più volte contro alcuni larici. Quando sono arrivati i soccorsi non c’era più niente da fare.
«Era molto attivo nel mondo dello sport. Non lo conoscevo di persona, ma so che era spesso impegnato con il parapendio, la mountain-bike e gli sci. E che ogni tanto dava una mano allo Ski team “Vallata feltrina” accompagnando i ragazzi» ha ricordato il sindaco di Feltre, Paolo Perenzin. Senza moglie e figli, Mottes viveva ad Anzù con sorella e cognato.
«Era una persona solitaria — ha raccontato Zampiero Di Brino, presidente uscente di «Para&delta club Feltre» — Non era un nostro socio, ma si lanciava spesso con il parapendio. Volava da una vita. Non ci frequentavamo da quasi cinque anni. Era un tipo tranquillo, viveva alla giornata. Ogni tanto faceva qualche lavoretto. Amava gli sport, soprattutto lo sci. È stato sfortunato».