Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Venezia e l’Oriente, due mondi uniti da sete e rasi preziosi
Garze finemente ricamate, orditi di seta, taffetas broccati, rasi e fili d’argento. Il Museo di Palazzo Mocenigo si rinnova nel segno dell’antico legame tra Venezia e l’Oriente. Nel piano nobile della dimora storica veneziana, sede del Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, trova collocazione una selezione di 12 preziosi abiti e accessori cinesi e persiani, giapponesi e turchi, dal 17° al 20° secolo. «Fogge - spiega la direttrice del museo Chiara Squarcina - che identificano la grande raffinatezza con cui il mondo orientale si rappresentava. Rimarranno esposti fino al 26 agosto (in settembre una mostra legata al cinquecentenario della nascita del Tintoretto)».
Appartengono alla Fondazione di Venezia, che ha concesso in comodato 400 manufatti, occidentali e orientali, al museo. Dopo l’intervento di restyling degli ambienti espositivi nel 2013 - con lo spettacolare allestimento di Pier Luigi Pizzi - , un capitolo dedicato a questa raccolta che apparteneva alla famiglia di Mariano Fortuny, un nucleo che fu ispirazione nelle sue attività di stampa su stoffa e di stilista di moda. La White Room al piano terra del palazzo ospita inoltre, fino al 22 aprile, un focus sulla simbologia e decorazione dei tessuti in Giappone, in particolare sugli stilemi Katagami e Katazome, ricercati esempi di tessitura e stampa dalle collezioni private di Franco Passarello, Ishimi Ousugi e Nancy Stetson Martin.