Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scarseggiano i vaccini contro il tetano «Ripassate tra due mesi»
Operaio respinto a Rovigo. I medici: «Garantite solo scorte di emergenza»
ROVIGO Un metalmeccanico della provincia di Rovigo la scorsa settimana si è presentato agli ambulatori dell’Usl 5, per fare il richiamo obbligatorio del vaccino antitetano. Ma la risposta dell’unità sanitaria locale è stata categorica: «Il vaccino è terminato. Provi a ripassare fra due mesi». I sindacati lanciano l’allarme. «Problema esteso e scandaloso».
ROVIGO «Il vaccino dell’antitetanica è terminato. Provi a ripassare fra due mesi». È quello che si è sentito rispondere un metalmeccanico della provincia di Rovigo, quando la scorsa settimana si è presentato agli ambulatori dell’Usl 5, per fare il richiamo obbligatorio del vaccino antitetano.
Una situazione che mette in luce l’emergenza sanitaria, già scattata lungo tutto lo Stivale, e che ora emerge anche in Veneto. Il vaccino viene somministrato, con più richiami nell’arco della vita, per prevenire la contrazione del tetano, malattia infettiva non contagiosa provocata dalla tossina prodotta da un batterio, il Clostridium tetani.
Nell’ultimo anno la carenza delle dosi per prevenire questa malattia è aumentata spaventosamente aumentando il rischio per la salute dei cittadini. L’azienda sanitaria del distretto rodigino fa sapere però che «la carenza del vaccino in questione non dipende da un disservizio interno».
Nel caso del lavoratore polesano che si è sentito rispondere di ritornare fra otto settimane per il richiamo del vaccino la somministrazione è necessaria, anzi obbligatoria. E la conferma arriva da Riccardo Bego, sindacalista Fiom Cgil di Rovigo che ha raccontato lo spiacevole episodio accaduto all’operaio che ha chiesto l’anonimato. «Per i lavoratori del settore metalmeccanico - spiega- è obbligatoria la vaccinazione e il conseguente richiamo al vaccino per questioni di sicurezza e salvaguardia della salute. Ciò che è scandaloso è che la l’azienda sanitaria territoriale non riesca a garantire le dosi e il conseguente servizio».
L’operaio, dopo essersi sentito rispondere dai medici dell’ambulatorio del servizio sanitario di ripassare più avanti, ha tentato la ricerca del vaccino in diverse farmacie di Rovigo e provincia. Ma nulla da fare. Nessuna disponibilità neanche nelle farmacie.
«Se accade un’emergenza, un ragazzino si fa male e arriva al pronto soccorso che succede? Rispondono anche a lui di ripresentarsi fra due mesi?» attacca ancora Bego.
L’Usl rodigina conferma che la carenza del vaccino è presente «nelle farmacie territoriali, come nei servizi vaccinali, per un problema che interessa tutto il territorio nazionale e anche europeo. Il problema non è tanto distributivo quanto produttivo. Anche Federfarma ha in questi giorni confermato che le aziende produttrici di vaccino hanno problemi produttivi già dalla primavera scorsa».
La situazione dunque appare complessa anche per quanto riguarda l’approvvigionamento da parte delle Aziende Sanitarie locali e ospedali. Ma l’Usl rassicura sul fatto che nei casi di emergenza di persone che si presentano al 118 la copertura è garantita: «Le poche dosi ancora disponibili, residui di scorte effettuate nell’anno passato, servono per vaccinare i soggetti che afferiscono al pronto soccorso per ferite importanti che necessitano della profilassi antitetanica».
Il problema rimane però per tutti i lavoratori che necessitano di questo servizio sanitario per lavorare in sicurezza e in condizioni di tutela della propria salute. «L’operaio è ritornato regolarmente al lavoro - spiega ancora Riccardo Bego- e l’azienda non ha sollevato problemi per la mancata consegna dei certificati medici. È evidente però che è un problema grave destinato ad aumentare nei prossimi mesi per tanti altri lavoratori».
L’azienda sanitaria ospedaliera polesana auspica che la situazione possa risolversi al più presto e invita i medici di Medicina Generale «a posticipare i richiami vaccinali ancora di qualche tempo, inviando alle cure del pronto soccorso solo le persone che, a seguito di incidenti o ferite, siano a rischio di infezione».