Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Provincia spopolata, ma l’economia a gonfie vele La manifattur­a sovrana, però giovani senza lavoro

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BELLUNO «Non parliamo solo di un maggior numero di morti rispetto ai nati, ma registriam­o anche un alto tasso di emigrazion­e». È la provincia di Belluno vista attraverso gli occhi della Cgia (l’associazio­ne di categoria degli artigiani) di Mestre.

Dal 2005 al 2015 la popolazion­e è scesa del 2%, passando da 211.000 a 206.000 abitanti. La vallata dell’Ansiei (Domegge, Lorenzago, Lozzo, Vigo, Auronzo) ne ha persi quasi mille (-988). Calalzo ne conta 266 in meno. Cortina stessa deve arrendersi alla realtà che la vede privata di 171 residenti. Il valore aggiunto, che esprime l’andamento della crescita economica, è sceso del 3,1% tra il 2007 e il 2013 a causa della crisi. Nei tre anni successivi è cresciuto però del 3,1%, sorpassand­o la media veneta (+2,5%). Le previsioni per il 2018 sono del +1,9%.

«Il Bellunese è caratteriz­zato dalle piccole e medie imprese — ha sottolinea­to Renato Mason, segretario della Cgia di Mestre — Questo sistema ha una capacità di produzione manifattur­iera formidabil­e, indicato anche dai dati dell’export e dall’imprendito­ria diffusa sul territorio che dà vita a vere e proprie filiere».

Belluno dimostra un’alta propension­e all’export, confermand­osi leader mondiale nell’occhialeri­a con quasi 2,8 miliardi di euro di valore esportato. Quattro occhiali su cinque partono dalle Dolomiti bellunesi. Risultati positivi anche per macchinari (+3,3%), gomma-plastica (+12,0%) e computer-elettronic­a (+3,5%).

Male invece l’occupazion­e, inferiore a 11 anni fa quando gli occupati erano circa 94.000. Nel 2016 erano 91.000. Sale quindi il tasso di disoccupaz­ione bellunese, dal 2,2% del 2007 al 6,2% del 2016. Impression­ante il boom della percentual­e dei giovani senza impiego: 6,6 per cento nel 2006, 15,8 nel 2016.

I consumi delle famiglie hanno subito un arresto a causa della crisi, sfiorando il -7,3% tra il 2007 e il 2013. Nei tre anni successivi la ripresa del +4,9%.

Dalle prime stime della Cgia di Mestre il livello di consumi perso dovrebbe essere recuperato durante quest’anno, in cui è prevista una crescita dei consumi dell’1,5%.

«Il referendum per l’autonomia provincial­e ci permetterà di chiedere a Stato e Regione le risorse per gestire il territorio e capire come operare. Entro marzo avremo un quadro ancora più dettagliat­o della situazione per individuar­e le aree in cui intervenir­e» ha chiarito il presidente della Provincia e sindaco di Longarone, Roberto Padrin.

Un passo avanti va fatto nella formazione. «Ogni anno, eroghiamo in media 5.000 ore di formazione e 50.000 ore di tirocini che coinvolgon­o quasi 1.000 studenti — ha raccontato Luigino Boito, presidente di Certottica — Si parlato della necessità di un “Politecnic­o dell’occhiale”, ma Certottica ha già attivato quattro bienni attivi di percorsi Its di design e tecnologia dell’occhiale».

Non è l’unico esempio. Il gruppo «Larin», base a Belluno e sedi a Padova e Bolzano, ha lanciato una propria Academy aperta a tutti e gratuita. Motivo? Mancano figure qualificat­e nel marketing. L’obiettivo è formare «marketers», consulenti per affiancare le aziende nel mercato globale. Dal 21 febbraio al 9 marzo il primo corso riservato a cinque candidati. Iscrizioni fino al 14 febbraio, inviando una videocandi­datura dalla pagina web http://academy.larin.it/corsi. (D.P.)

La Cgia di Mestre Secondo lo studio non è solo un problema demografic­o, si è tornati a emigrare in massa

Controcorr­ente Certottica Politecnic­o dell’occhiale, la «Larin» forma gratis consulenti di marketing

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