Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Era troppo alto per fare l’alcoltest» Assolto il cestista
TREVISO Condannato in primo grado per guida in stato di ebbrezza, ma assolto in appello grazie alla sua altezza. Una qualità che, del resto, nella vita gli ha già garantito una professione. Questa, infatti,è la storia singolare di un 31enne di Oderzo, un giocatore di basket professionista che, denunciato dai carabinieri perché si sarebbe rifiutato di soffiare nel precursore dell’alcoltest, era stato condannato per guida in stato di ebbrezza. Ma in appello l’atleta, difeso dall’avvocato Narciso Girardi, ha ribadito la sua linea difensiva: «Non mi sono rifiutato, ma visto che sono alto 2 metri e 5 centimetri e peso 110 chilogrammi non ci riuscivo, costretto com’ero dentro la Fiat Bravo dei carabinieri».
Perché quella notte del 17 marzo 2014 il giovane, fermato da una pattuglia che l’aveva visto procedere zigzagando, era stato invitato a sottoporsi all’alcoltest dentro l’auto dei militari. Fuori, infatti, c’erano la nebbia e un’umidità del 100 per cento che avrebbero potuto compromettere il funzionamento del dispositivo. Ma il ragazzo, a suo dire, proprio
perché troppo alto e ritrovatosi con le gambe praticamente schiacciate sul torace a comprimergli il diaframma, non sarebbe riuscito a soffiare. Una spiegazione che i carabinieri avevano ritenuto fosse solo una scusa. E per questo avevano deciso di procedere con la denuncia per guida in stato di ebbrezza nella sua forma più grave, quella cioè che prevede il rifiuto a sottoporsi all’esame istantaneo sulla presenza di alcol. E alla sua tesi difensiva non aveva creduto neppure il giudice di primo grado, che lo aveva condannato a sei mesi di arresto e 1.500 euro di multa (convertiti in 186 giorni di lavori socialmente utili). Ma i giudici della corte d’appello hanno completamente ribaltato il verdetto, assolvendolo.
L’esame
Doveva avvenire nella pattuglia a causa del freddo, ma l’atleta non ci entrava