Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Coni dell’Alto Adige «Servono due miliardi impianti da distribuire»
«Se la politica è pronta, noi siamo pronti. Ma bisogna sbrigarsi perché siamo in alto mare. I presidenti ancora non si sono incontrati, non è stata presentata la candidatura... gli altri corrono». Heinz Gutweniger, presidente del Coni della Provincia autonoma di Bolzano, è l’uomo che da mesi sta lavorando alla candidatura delle Dolomiti ai Giochi invernali del 2026.
«Leggo la stampa locale di Torino secondo cui la città piemontese sarebbe già sicura dell’appoggio del Coni e di Malagò - dice Gutweniger ma francamente non capisco perché dovrebbe essere così. A parte che noi proprio non la consideravamo come avversaria, dal momento che ha già avuto modo di ospitare i Giochi nel 2006, a Torino dovrebbero ripristinare le piste, ricostruire da zero il villaggio olimpico, il palaghiaccio e la pista da bob. Si parla di una spesa di almeno un miliardo...». Su un patrimonio infrastrutturale esistente stimato in 1,8 miliardi. Peggio, secondo Gutweniger, sarebbe Milano, che pure avrebbe vagheggiato di candidarsi: «Lì si dovrebbe prima rendere agibile la strada per Bormio, insomma, manca perfino la viabilità».
Diversa, secondo il presidente del Coni bolzanino, la situazione a Nordest: «Il massimo sarebbe riuscire a coinvolgere anche Innsbruck, che ha già il trampolino per il salto in alto e la pista da slittino, bob e skeleton, rarissima visto che ce ne sono tredici in tutto il mondo. Per lo sci alpinismo punteremmo su Cortina, che nel 2021 ospita i Mondiali, sulla Val Badia e sulla Val Gardena, dove abbiamo anche l’impianto per il biathlon. Per il fondo e il salto ci sono gli impianti della Val di Fiemme. Mancherebbero due o tre palazzetti del ghiaccio, ma si possono riadattare a costi contenuti quelli esistenti». Mancherebbe, nel caso in cui Innsbruck continuasse a chiamarsi fuori, la pista da bob, ma i cortinesi, con in testa il sindaco Gian Pietro Ghedina, spingono affinché venga rimessa in funziona quella nel loro paese, visto che lì c’è un bob club molto attivo «e dunque l’impianto non rischierebbe di finire abbandonato una volta passati i Giochi come è accaduto a Cesana Torinese».
Gutweniger, che precisa che comunque la città formalmente candidata al Cio sarebbe Bolzano («Ma siamo i primi a sapere che da soli non potremmo farcela, serve un’alleanza con i territori circostanti»), stima in «massimo 2 miliardi» la spesa per allestire l’evento, una cifra «comunque lontanissima dai 50 miliardi di Sochi, gli 8 miliardi di Pyeongchang, i 20 miliardi di Pechino». Servirebbero 15 milioni solo per la formalizzazione della candidatura (e non va dimenticato che, mediamente, i costi in corso d’opera salgono del 179%). La scadenza per la presentazione della candidatura, che è una mera manifestazione d’interesse, non occorre il dossier completo, è fissata per il 31 marzo: «Ma pare che Malagò voglia chiedere al Cio uno spostamento dei termini. Vedremo se per allora i tre presidenti si saranno accordati» chiude Gutweniger.
Gutweniger Siamo pronti, ma occorre sbrigarsi: gli altri corrono