Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Fondazione Cariparo, Moschetti in campo
Presidenza, oltre a Muraro si profila la seconda candidatura per il dopo-Finotti
PADOVA Ci siamo. Vanno depositate entro la mezzanotte di oggi le candidature per la presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, l’ente di derivazione bancaria dotato di un patrimonio di 2 miliardi di euro, dove tra un mese Antonio Finotti terminerà il suo terzo e ultimo mandato consecutivo. Fino a ieri, l’unica disponibilità presentata era quella del professor Gilberto Muraro, docente emerito di Scienza delle Finanze al Bo (di cui è stato anche rettore dal 1993 al 1996), che l’altro giorno si era appositamente dimesso dalla guida della Cassa di Risparmio del Veneto, la banca regionale di Intesa Sanpaolo, incarico che ricopriva dal 2014.
Ma oggi, entro il termine stabilito, dovrebbe entrare in partita pure l’avvocato Francesco Moschetti, noto tributarista padovano, che ha difeso proprio la Fondazione (dove siede nel consiglio generale) nel recente maxi-contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. Non trova invece conferma l’ipotesi di una terza candidatura, ovvero quella di uno dei due vicepresidenti, il professor Donato Nitti, a lungo docente di chirurgia generale nell’ateneo patavino.
Muraro, certo di non essere oggetto della presunta incompatibilità che qualcuno gli contesta per l’incarico entro il gruppo bancario di cui la Fondazione è socia con il 2,9%, che violerebbe l’autoriforma delle Fondazioni, è a detta di tutti in pole position. Ma il fatto che Moschetti abbia deciso di scendere in campo potrebbe voler dire che i giochi siano ancora aperti. Nel frattempo, in sella dal 2003 (dopo sei anni da segretario generale), Finotti sta per concludere la sua lunga cavalcata al vertice della Fondazione, di cui dovrebbe restare presidente emerito, senza però potere decisionale determinato da deleghe né compenso. Ma è chiaro che la precisa delimitazione nei fatti del potere e dell’influenza del vecchio presidente nei confronti del suo successore resta uno degli elementi che dovranno essere composti nel nuovo corso di Piazza Duomo che seguirà all’elezione di fine aprile. (d.d’a.)