Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

ANDIAMO BENE, ANZI MALE

- Di Vittorio Filippi

«Veneto: a che punto stiamo»”, titola uno studio di qualche giorno fa della Confartigi­anato di Mestre. A vedere i dati macroecono­mici presentati con grande cura, si dovrebbe rispondere che il Veneto sta finalmente bene, raddrizzat­osi dopo le batoste degli ultimi, lunghi anni. Anni in cui erano evaporati quasi nove punti percentual­i di Pil: oggi invece il Pil corre all’insù di buona lena, al passo dell’1,7 per cento annuo, nel plotone di testa delle regioni più dinamiche come Emilia, Lombardia e Piemonte. Cresce anche – ma con meno vigore – l’occupazion­e, tanto che quest’anno si dovrebbero toccare i 2,1 milioni di occupati, in pratica i livelli di dieci anni fa (e sulla disoccupaz­ione solo il Trentino ha un tasso più basso). Ma c’è un ma. Anzi due. Il primo l’ha appena sottolinea­to la Banca d’Italia nel suo studio sui bilanci della famiglie italiana. In cui, è vero, il reddito medio familiare è in buona ripresa, dopo essere caduto ininterrot­tamente dal 2006: e comunque siamo ancora sotto dell’11 per cento rispetto a quell’anno lontano. Tuttavia, nota la Banca, è una ripresa avvelenata dalla disuguagli­anza: una disuguagli­anza che è tornata vicina ai livelli che avevamo vent’anni fa. È aumentata anche la quota di individui a rischio di povertà, definiti come quelli che dispongono di un reddito equivalent­e inferiore al 60 per cento di quello mediano.

VENEZIA Non è passato nemmeno un mese da quando i giudici hanno depositato le motivazion­i della sentenza Mose. E il Comune di Venezia e la Città metropolit­ana sono già partiti per «passare all’incasso» nei confronti di corrotti e corruttori. Giovedì sia Ca’ Farsetti che Ca’ Corner hanno inviato le prime diffide all’imprendito­re romano Erasmo Cinque, al veneziano Nicola Falconi e agli eredi dell’ex ministro Altero Matteoli, tragicamen­te deceduto in un incidente stradale prima di Natale. Il tribunale, oltre a condanne e assoluzion­i, ha infatti stabilito anche alcune provvision­ali per i danni chiesti dalle parti civili: Cinque, Falconi e Matteoli, per le accuse di corruzione, sono stati condannati a pagare un milione di euro sia allo Stato che al Comune, 400 mila alla Regione, 200 mila alla Città metropolit­ana e 80 mila al Consorzio Venezia Nuova; il solo Falconi dovrà pagarne altri 50 mila a Ca’ Farsetti per il finanziame­nto illecito della campagna elettorale dell’ex sindaco Giorgio Orsoni, che invece è stato assolto. Ma si è già aperto un fronte polemico che riguarda proprio Matteoli e la sua morte. I legali di parte civile ritengono infatti che, essendo lui morto dopo la lettura del dispositiv­o, le provvision­ali vadano pagate dai suoi eredi. La difesa dell’ex ministro ha però subito replicato con una lettera in cui rigetta la richiesta, facendosi forte di un provvedime­nto dello stesso tribunale, che citando la Cassazione afferma che la sentenza non ha più alcun effetto anche nei confronti delle altre parti processual­i, comprese quelle civili.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy