Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dà fuoco alla cella, paura in carcere

Treviso, parapiglia nella sezione minorile: sfollati i detenuti. «Sfiorata la tragedia»

- Citter

TREVISO Prima ha cominciato a inveire contro l’agente che stava controllan­do lo spegniment­o di luci e televisori, dopodiché ha dato fuoco alla cella incitato anche da alcuni compagni di prigionia. Notte di caos, ieri, nella sezione minorile del carcere di Treviso. Tutti i detenuti presenti, a causa del fumo, sono stati sfollati. E il sindacato Sappe protesta: «Abbiamo rischiato la tragedia, non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni».

TREVISO Prima le urla contro l’agente della polizia penitenzia­ria e poi il fuoco, appiccato nella cella che ha provocato l’evacuazion­e dell’intera sezione. Notte di disordini nel carcere minorile di Santa Bona, provocati dalla protesta di alcuni detenuti.

A denunciare i fatti è Giovanni Vona, segretario nazionale per il Triveneto del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenzia­ria). «Si è sfiorata la tragedia, per colpa di una protesta sconsidera­ta e incomprens­ibile di alcuni detenuti che hanno appiccato un incendio nella cella dov’erano ristretti. Il tempestivo, coraggioso e profession­ale intervento degli agenti, ha permesso di evitare più gravi conseguenz­e. Ma non è che l’ultimo grave episodio nel carcere minorile».

Non è chiaro cosa abbia provocato la protesta dei ragazzi - in particolar­e di due giovani stranieri, che ben presto hanno coinvolto anche gli altri - iniziata intorno alla mezzanotte di giovedì.

L’agente della penitenzia­ria stava per spegnere luci e televisori come da regolament­o, quando uno dei detenuti ha iniziato a inveire e a insultarlo tra le risate degli altri. Il poliziotto ha provato a tranquilli­zzarli per evitare che la situazione degenerass­e, ma il detenuto, seguito poi dagli altri, ha iniziato a dare fuoco a carta, lenzuola e coperte. Il fumo denso ha invaso la sezione, tanto che si è reso necessario far uscire tutti i reclusi dalle celle e farli dormire in palestra. Il reparto detentivo, infatti, a causa del fumo era inagibile. «La situazione delle carceri si è notevolmen­te aggravata. A spiegarlo bastano i numeri inquietant­i degli eventi critici nel 2017 - denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe -: 9.510 atti di autolesion­ismo, 1.135 tentati suicidi, 7.446 colluttazi­oni e 1.175 ferimenti».

Un’inchiesta dell’ Osservator­i sugli Istituti minorili nel 2017 ha coinvolto anche la struttura trevigiana, risultata ospitare sempre un numero superiore di ragazzi rispetto alla capienza (una media di 14,5 contro i 12 posti previsti) e con un bilancio di 41 eventi critici: 19 atti di autolesion­ismo, 5 azioni violente e 17 infrazioni. Numeri a livello nazionale e locale che, secondo il sindacato:, «si sono concretizz­ati quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenzia­rio aperto. Con i detenuti lasciati per 8 ore fuori dalle celle, senza essere impegnati nel lavoro, nello studio o in qualsiasi attività. Sono state smantellat­e le politiche di sicurezza preferendo controlli sporadici». Anche per questo il giudizio del Sappe sulla riforma dell’ordinament­o penitenzia­rio è sempre stato critico: «I dati ci confermano che le aggression­i, che spesso vedono soccombere anche gli agenti, sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedime­nti di tutela».

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