Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ansia, disturbi mentali e depressione: 13 mila trevigiani in cura. L’Usl: «Non li lasciamo soli»
TREVISO Quarant’anni fa con la Legge 108 chiudevano i manicomi, gli ospedali psichiatrici per i pazienti con malattie mentali, come il Sant’Artemio di Treviso. Oggi nella Marca sono quasi 13 mila le persone che hanno chiesto aiuto e supporto ai centri di salute mentale e molti di loro sarebbero ancora rinchiusi in una stanza, lasciati soli. Invece quei luoghi sono stati cancellati e l’obiettivo delle istituzioni, dell’Usl 2 e di tutte le associazioni e cooperative che assistono le fragilità psichiche è sostenere ognuno nel reinserimento nella società, perché quelli che una volta erano «i matti» non siano stigmatizzati e isolati: «Uscire dai dipartimenti e vivere nella comunità, queste persone meritano rispetto». Nel 2016 i trevigiani presi in carico sono stati 12.887: otto su dieci soffrono di ansia o depressione; in minore misura si tratta di disturbi di diversa natura o somma di patologie. «Ma stimiamo che siano almeno altrettanti coloro che chiedono aiuto a strutture private o che non seguono i percorsi di cura» spiega il direttore Gerardo Favaretto, mentre ogni anno aumentano a causa di fragilità e solitudine. Da oggi e fino a metà giugno è previsto un calendario di incontri ed eventi organizzati dai centri di promozione alla salute mentale, con Aitsam e Il sole di Notte: «Di qua e di là del fiume» si propone di superare le barriere e le incomprensioni con un laboratorio fotografico, una mostra, percorsi in canoa, concerti e corsi. Le iniziative si concentrano nel distretto di Treviso ma saranno ampliate prossimamente anche a Pieve
L’azienda sanitaria Con un’associazione sportiva in 12 parteciperanno a gare nazionali di rugby
di Soligo e Asolo.
Una delle iniziative di inclusione patrocinate dall’Usl 2 è quella delle «Zebre gialle», la squadra di rugby touch integrato: ieri è stata istituita l’associazione sportiva per poter partecipare a tornei e gare nazionali. Sono 12 gli utenti dei centri trevigiani che scenderanno in campo, accanto agli operatori, per sconfiggere la discriminazione con la palla ovale in mano.