Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Elisabetta, dama della Malvasia
Nelle terre dove D’Annunzio dormì prima dell’impresa di Fiume, la Tenuta Blasig è guidata da una nobildonna decisa
conosce. «Mio padre aveva un’azienda agricola di seminativi, mi sono fatta valere tra gli uomini. Sono pignola, curo i dettagli. Quando si tratta di vinificazione, assaggio i vini migliaia di volte col nostro enologo. La mia figlia preferita è la Malvasia, recentemente premiata da Alessandro Borghese». Adesso la sfida è quella di portare alla nona generazione questa tradizione famigliare. «I miei figli stanno studiando all’estero, in grandi città: per tornare in campagna serve innamorarsi del vino, dna».
Attorno a lei, un vigneto copre una decina di ettari in cinque vigne strettamente adiacenti all’Isonzo. «Siamo nella zona Doc Isonzo – spiega l’ enologo Emilio del Medico – e la vicinanza alle montagne del Carso produce un elevato sbalzo termico tra il giorno e la notte, sbalzo che permette di preservare il patrimonio aromatico delle uve. Per le uve a bacca bianca sono destinati dei suoli di medio impasto ricchi di rocce calcaree. Le uve a bacca nera sono invece collocate su suoli che hanno una colorazione più rossastra».
I vini che poi finiscono sulle tavole degli appassionati sono suddivisi in tre linee. Ma se dovete scegliere, il Doc Friuli Isonzo «Rosso 2013» è probabilmente la quintessenza della tenuta, una cuvée di tre uve: Refosco dal Peduncolo Rosso (50%), Merlot (35%) e Cabernet Sauvignon (15%). Le uve sono state raccolte a mano e in cassetta per venire poi vinificate separatamente. Durante la lunga macerazione, i vini vengono sottoposti a quotidiani rimontaggi e periodici delestage prima dell’affinamento in barrique di rovere francese di secondo e terzo passaggio per 24 mesi. Segue infine l’affinamento in acciaio per un anno prima che questo nettare finisca sulle tavole dei cultori del vino. ce l’abbiamo nel