Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Lavoro, allarme infortuni: «Mezzo miliardo di costi»
La Cna: «Oltre 11 mila casi nella Marca, ora basta». E ieri sera a Caerano un altro dramma
TREVISO Aumentano gli infortuni sul lavoro. Nel 2017, nella Marca, sono stati 11 mila 352, 420 in più rispetto al 2016. E il 2018 si preannuncia ancora più critico visto che, dall’inizio dell’anno, sono già 8 le persone che hanno perso la vita sul lavoro. A suonare, questa volta, il campanello d’allarme è la Cna di Treviso, che per la sicurezza chiede «accordi pubblico-privati per incrementare i controlli».
A far salire il numero degli incidenti è stata sicuramente, secondo l’associazione, l’attenuazione della crisi, che ha fatto crescere le ore lavorate. Ma non basta a spiegare il fenomeno: «L’allarme sicurezza è fondato, anche se il volume degli incidenti è complessivamente diminuito rispetto i valori massimi del pre-crisi spiega Giuliano Rosolen, direttore Cna territoriale di Treviso -. La sicurezza sul lavoro, oltre a essere un obbligo morale e un diritto per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, è anche una convenienza economica». I dati a livello nazionale registrano 38 infortuni ogni mille occupati. I settori più a rischio - ancora una volta - sono l’agricoltura, l’edilizia, la meccanica e i trasporti. E la stima dell’Inail relativamente costo degli infortuni in provincia di Treviso è di 560 milioni di euro l’anno. «Questi dati ci dicono che la prevenzione è un investimento che produce un ritorno in termini umani ed economici». Per questo la Cna sostiene la necessità di continuare nell’azione di sensibilizzazione degli imprenditori e dei lavoratori. Il mondo dell’artigianato «sta facendo molto in questo settore in particolar modo attraverso la formazione del personale». Serve però, potenziare l’attività di controllo: «Gli Spisal non vanno ridimensionati ma consolidati» conclude Rosolen, che lancia una proposta mettendo a disposizione l’agenzia per la sicurezza della Cna: «L’attività ispettiva delle diverse autorità competenti può essere sostenuta dalle agenzie di formazione per la sicurezza del lavoro, accreditate dalla Regione, che abbiano particolari requisiti. Una volta che queste strutture certificano che un’azienda è in regola con i documenti, la formazione del personale e le attrezzature, può uscire dagli elenchi di verifica dello Spisal e degli altri enti competenti. Gli enti preposti possono così concentrare le proprie attività sulle verifiche ad aziende “fuori elenco”. Con questa partnership pubblico-privato, il privato può coadiuvare l’attività ispettiva e di controllo e rendere le verifiche più mirate».
E nel giorno dell’appello, ieri un altro grave infortunio si è verificato, attorno alle 21, stavolta al Centro Taglio Carta di Caerano. Vittima un operaio che, per cause da accertare, è rimasto con l’arto incastrato nel macchinario nello stabilimento di via Piave. È grave a Treviso.