Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il marito-padrone querelato patteggia e cambia: ora la moglie vive all’occidentale
BELLUNO Non riceve più attenzioni dal marito e sfodera l’arma della querela. È bastata una denuncia per maltrattamenti familiari a far tornare sulla «retta via» un marocchino residente con la moglie connazionale e i suoi due figli a Feltre. La difesa, avvocato Tullio Tandura, ha patteggiato un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa.
L’uomo, da vent’anni in Italia e senza precedenti penali, era il classico marito-padrone. Non sopportava che la moglie potesse emanciparsi. Così le aveva vietato di frequentare un corso di italiano, conseguire la patente di guida e uscire con le amiche. La teneva segregata in casa e le diceva che era una nullità incapace di qualsiasi cosa.
Invece di chiudersi in se stessa e piegarsi al marito-padrone la donna era andata dai carabinieri e lo aveva denunciato nella speranza di riavere l’uomo di cui si era innamorata, avanzando inoltre la richiesta di allontanamento.
Detto, fatto. Quando l’uomo aveva saputo della querela era tornato a casa con la coda tra le gambe e da quel momento non ci sono state più discussioni. Non solo. La donna ha cominciato a uscire con le amiche, a seguire un corso d’italiano e ha ricevuto anche una lunga lettera di scuse dal marito.
Alla polizia giudiziaria la donna ha parlato di un uomo diverso. Il gip ha così negato la richiesta di allontanamento da casa. Insomma un lieto fine a differenza di altri casi simili.