Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Strade silvo-pastorali, Iva non rimborsabile Alla fine la Regione batte Regole e consorzi
Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar: fondi del Psr inutilizzabili
BELLUNO «La sentenza sancisce la correttezza della Regione Veneto e mette un punto fermo: l’Iva non è un costo rendicontabile e i finanziamenti pubblici non possono essere spesi per pagare una imposta». Il governatore del Veneto Luca Zaia commenta così la vittoria nel contenzioso con Regole, associazioni e consorzi per strade silvo-pastorali del Bellunese riguardo ai fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr) e i costi dell’Iva.
Con sentenza della terza sezione, presieduta da Franco Frattini, il Consiglio di Stato ha capovolto la decisione di primo grado del Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Venezia che dava ragione alle Regole e ai consorzi bellunesi. Secondo i giudici del supremo grado della giustizia amministrativa, la scelta della Regione di non ammettere ai finanziamenti del Psr 2014-2020 anche le spese per l’Iva è compatibile con la legislazione europea e non appare affatto «illogica» o «irragionevole». «La Regione ha chiarito — si legge nella sentenza — che tale scelta è stata adottata contestualmente a un incremento della percentuale di copertura della spesa che è stata portata all’80% delle spese ammissibili rispetto al precedente coefficiente di copertura stabilito in misura variabile tra il 50 e il 60%. Rendendo così disponibili le risorse per una platea più ampia di possibili beneficiari, semplificando le procedure di istruttoria e verifica della rendicontazione, assicurando un trattamento omogeneo tra tutti beneficiari dei finanziamenti indipendentemente dal regime fiscale prescelto dai singoli soggetti».
Soddisfazione anche dall’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan. «Nel disciplinare l’erogazione dei fondi del Psr abbiamo preferito allargare la platea dei beneficiari e privilegiare i finanziamenti alle spese vive sostenute, piuttosto che coprire oneri fiscali, che peraltro per molte imprese sono recuperabili — chiarisce l’assessore — Non posso che essere soddisfatto: è stata premiata una scelta di buon senso e di coerenza».
Fine della diatriba con le Regole. «Possiamo capire le ragioni dei ricorrenti, a tutti fa piacere avere più soldi in tasca. Ma il denaro pubblico è sacro e ne va fatto un uso saggio, trasparente ed equo per tutti. Se avessimo coperto anche i costi dell’imposizione fiscale avremmo commesso una discriminazione» ha concluso Zaia.